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I genitori sono “assenti” e la responsibilità dei ragazzi è solo dei docenti? I consigli degli psicologi

La violenza sempre più dilagante scuola riempie le pagine dei giornali e dei siti web. L’ultimo, solo in ordine cronologico, è il caso di Succivo, in provincia di Caserta, che ha visto un’altra insegnante, una maestra dell’infanzia, picchiata da una madre, dopo un rimprovero alla figlia. Si sta delineando una sorta di bollettino di guerra nelle ultime settimane con genitori e alunni protagonisti di violenza contro i docenti.

Sul dilagare della violenza, interviene anche l’AUPI, il sindacato degli psicologi italiani, che fa leva sulla prevenzione del disagio a scuola per evitare tali episodi: sono anni che gli Psicologi lanciano l’allarme. Sempre più la scuola diventa il luogo dove le frustrazioni presenti ed emergenti in strati sempre più ampi di popolazione trovano l’humus ideale nel quale attecchire. Il “personale scolastico (dirigenti, docenti, ota ecc.), dichiara Mario Sellini, segretario AUPI, è sempre più soggetto a pressioni e a richieste che esulano dalla mission istituzionale. Una scuola alla quale viene chiesto di sopperire a tutte le carenze della società. Una scuola alla quale viene chiesto di educare e far crescere in modo armonico i ragazzi anche quando le famiglie e le altre agenzie sociali sono inesistenti o disattente”.

Come contrastare questi fenomeni?

Per il segretario Sellini, tali fenomeni non devono subire la repressione, perché quest’ultima non porterebbe nulla di buono: “Qualcuno preferirebbe la repressione, il pugno duro. Qualche altro propone le telecamere in ogni classe. Qualcuno addirittura si sbilancia e, perché no, i metal detector all’ingresso. Ma siamo proprio sicuri che questa sia la strada? Gli Psicologi dicono no. Non è questo il modo di fare prevenzione. Con le telecamere ed i metal detector non si costruisce una scuola del benessere.

Misurare lo stress lavoro-correlato per contrastare il disagio

Il sindacato, in risposta a tali episodi, chiama a gran voce le Linee guida sul disagio a scuola, un documento redatto fra luglio e dicembre del 2017 per aiutare a misurare il disagio nelle scuole, sia dal punto di vista del personale scolastico, che dal punto di vista degli alunni: “Esperti di tutti gli ambiti e discipline, docenti ma soprattutto psicologi, spiega Sellini, hanno redatto insieme ai tecnici del Ministero dell’Istruzione e su input del sottosegretario, Vito De Filippo, un documento contenente le linee guida su cui lavorare per iniziare ad affrontare il tema del disagio a scuola. Ora, dopo i recenti fatti di cronaca che testimoniano violenza e abusi a più livelli negli ambienti di studio e formazione, è quanto mai urgente dare seguito alle indicazioni contenute in quel documento e iniziare, da subito, con serie e puntuali iniziative di prevenzione”.

I vantaggi delle Linee Guida

Sellini, a sostegno della sua tesi, fa notare che “lavorare sulle linee guida redatte al Miur ci consentirebbe di avere uno strumento formidabile per la rilevazione e l’individuazione dello Stress lavoro-correlato. Si tratta uno strumento immediatamente utilizzabile che consentirebbe di fotografare lo stato di benessere di tutti gli operatori scolastici. Perché non dotare la scuola di uno strumento capace di dirci, per ciascun istituto scolastico e per tutto il personale, lo stato dell’arte? Perché non utilizzare modi di fare prevenzione che hanno dato risultati importanti in altri campi?”

Domanda legittima posta dal segretario AUPI. Quel che è certo è che questi episodi stanno diventando davvero insostenibili. Gli alunni stanno crescendo “assetati” di violenza, anche grazie agli esempi dei propri genitori, che però, non sono tutti violenti, sia chiaro, anzi, non bisogna commettere l’errore di trasformare queste vicende in un trattato sulla violenza genitoriale.
Ma le parole di Crepet e papa Francesco hanno sicuramente più di un fondo di verità

Fabrizio De Angelis

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