Attualità

I genitori chiedono la bocciatura della figlia, il Tar gliela nega

I genitori che non ti aspetti sono quelli che chiedono la bocciatura del figlio, perché con problemi di attenzione: la scuola non è d’accordo e il tribunale pure.

È stato il Tar delle Marche, infatti, a respingere il ricorso dei genitori della bambina di 7 anni, che avevano impugnato la promozione della figlia in seconda primaria in una scuola di Civitanova Marche, chiedendone anche la sospensiva.

PER I GENITORI C’E’ PERICOLO DI REGRESSIONE PSICHICA

I genitori supportavano la richiesta forti del parere di specialisti e di un’equipe di un centro di psicologia e psicoterapia, dal quale risultava un deficit di apprendimento e comportamentali.

Per cui, sarebbe stato meglio ripetere la prima classe della primaria, perché se fosse stata costretta a frequentare la seconda senza averne gli strumenti di base, la bambina sarebbe potuta andare incontro a una “regressione psichica e comportamentale”.

Dopo la sentenza del Tar, la famiglia se l’è presa con la scuola, accusandola – scrive l’Ansa – di non avere fatto quanto doveva per supportare la bambina, le cui difficoltà erano segnalate già nel documento di valutazione finale della scuola dell’infanzia, ma di cui i genitori sono venuti a conoscenza “solo a dicembre”, a primaria già iniziata.

PERCHE’ NIENTE PDP?

In particolare, non sarebbe stato preparato fin dall’inizio dell’anno scolastico un piano personalizzato (Pdp), che è stato fatto “soltanto a fine aprile”, a ridosso della fine delle lezioni a metà giugno.

Durante una riunione con gli insegnanti, lo scorso maggio, i genitori e gli specialisti avevano chiesto di non promuovere la bambina e di farle ripetere la prima classe, “allo scopo di favorire la maturazione delle abilità compromesse” e “ridurre lo svantaggio adattativo”, elencando alcuni disturbi constatati nella bimba.

Ma gli insegnanti avevano respinto questa impostazione. Ora, dopo la decisione del Tar, la famiglia “con profonda delusione” porterà la piccola a scuola. Ma sta valutando il ricorso al Consiglio di Stato.

Alessandro Giuliani

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