Cari politici, caro Presidente del Consiglio, caro Presidente del Senato, caro Presidente della Repubblica,
stiamo vivendo una situazione che nessuno di noi si sarebbe mai immaginato di vivere e le decisioni da prendere per mandare avanti un paese sono molte e difficili, specialmente se queste riguardano la salvaguardia del bene più prezioso: la salute.
In tutte le vostre decisioni e decreti la categoria più giovane della nostra società non è stata presa in considerazione, come d’altronde da molti anni in Italia.
Siamo genitori, docenti finalmente uniti perchè vogliamo una scuola nuova, diversa. Dobbiamo ricordare che i bambini sono gli adulti di domani e noi abbiamo il dovere di educarli, di accudirli, di dare loro dei modelli da seguire. Al momento però i modelli da seguire non ci sono! La didattica a distanza è stata solo un modo per tamponare un’urgenza, ma non è pensabile poter trasporre l’ambiente didattico dalla scuola alla casa degli studenti.
Dietro uno schermo si nasconde una storia, vite diverse, famiglie abbienti, famiglie povere, famiglie felici, famiglie violente, genitori sani, genitori malati. Come si può chiedere ai docenti di valutare l’apprendimento di un ragazzo dopo mesi che rimane segregato in casa davanti ad uno schermo magari quattro o cinque ore?
Ci siamo dimenticati che l’uso della tecnologia nelle prime tappe dell’età evolutiva non è proprio consigliata. La tecnologia è uno strumento che può essere usato per aiutare a raggiungere degli obiettivi, ma non è una metodologia.
Ci sono tanti bambini e ragazzi con sostegno, abbandonati ai propri genitori che devono dilettarsi nella sperimentazione di un nuovo ruolo “l’insegnante”.
I bambini in età scolare hanno bisogno di essere guidati, di vedere lo sguardo del maestro, di vivere i propri coetanei. Non è possibile stare in aula? Bene si dovrà prediligere l’apprendimento outdoor, dove i bambiini, i ragazzi saranno liberi di scoprire e sperimentare fuori dall’ambiente scolastico. E gli insegnanti? Continuano a saltare di scuola in scuola, riconfermati di anno in anno senza la possibilità di dare una continuità didattica ai propri studenti. Ogni anno è la stessa storia: alla fine dell’anno si salutano i propri allievi augurando loro il meglio e sperando di rivederli formati e pronti ad affrontare il mondo. Senza alcuna stabilità, i docenti precari dopo anni di lavoro presso lo stato non possono permettersi una casa, un’auto perchè non hanno contratti a tempo indeterminato e le banche non concedono loro né mutui, né prestiti. Dopo anni di un lavoro svolto con dedizione e passione, si susseguono ministri che non riescono a risolvere il problema del precariato e oggi dopo decenni di lavoro si viene giudicati non idonei e ancora da selezionare con una procedura concorsuale a crocette, dicendo che si deve essere assunti dallo Stato per meritocrazia.
Ad oggi ci sono circa 187000 precari in Italia, con contratti a termine al 30/06 e come si pensa di far ripartire la scuola a Settembre se non si sa quali docenti ci saranno il prossimo anno? Tutto ciò non tenendo conto della Direttiva N.1999/70 CE, che stabilisce dei criteri certi per tutelare e garantire la stabilizzazione del rapporto di lavoro dopo i tre anni di servizio.
Inoltre la valutazione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) il quale, vista l’attuale emergenza sanitaria, ha espresso il proprio parere contrario in merito alla “procedura straordinaria per immissione in ruolo dei docenti precari con 36mesi di servizio presentata dal ministero, affermando che essendo la finalità di questa procedura straordinaria quella di accertare un livello di preparazione idoneo, acquisito attraverso l’esperienza professionale maturata, tale preparazione risulterebbe difficilmente valutabile con una prova computer based cosi strutturata.
In seguito a quanto detto chiediamo una riorganizzazione della scuola e del personale docente affinchè la scuola diventi il centro della società per formare cittadini del mondo culturalmente preparati ma anche uomini e donne con dei valori e un’etica morale con cui guidare le generazioni che seguiranno.
“La via per imparare è lunga se si procede per regole, breve e efficace se si procede per esempi” Lucio Anneo Seneca
Date l’esempio di un governo che guarda lontano e si assume la responsabilità di un popolo oramai stanco di continui tagli e rattoppi nel settore dell’istruzione.
Docenti e genitori uniti
per una NUOVA SCUOLA
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