I lettori ci scrivono

Genitori ficcanaso che criticano la valutazione degli insegnanti. Ora basta

Lo scatafascio della scuola italiana e gli scarsi risultati dei figli sono imputabili anche ai genitori che vogliono, pretendono, osano (senza averne alcun diritto) ficcanasare nelle decisioni degli insegnanti, i quali non si sentono più liberi di esprimere una valutazione obiettiva sull’andamento scolastico degli alunni.

I genitori devono essere espulsi e allontanati dagli organi collegiali della scuola, devono essere buttati fuori dagli ambienti scolastici perché hanno annientato la scuola italiana con il loro perbenismo, con le loro difese ad oltranza degli figli, facendoli credere dei piccoli “geni” a tutti i costi quanto questi non lo sono affatto.

Ha ragione il professor Umberto Galimberti, quando accusa i genitori di proteggere troppo i figli e di pretendere, senza alcun ritegno e alcun pudore e rispetto verso la figura dell’insegnante voti alti.

I genitori devono sparire dai Consigli di Classe, dai Consigli d’Istituto e da tutti gli Organi Collegiali della Scuola. La democrazia scolastica deve essere esercitata solo dagli insegnanti e sono solo loro ad avere il diritto di parola e di decisioni sulla vita della scuola.

In classe non ci sono i genitori, ci sono solo gli insegnanti: lo volete capire. I genitori pensino ad educare i propri figli, a dare gli esempi, a rispettare le regole civiche e basta perché devono fermarsi lì non andare oltre. Gli insegnanti, invece, pensino a forgiare e formare gli alunni a loro affidati, senza il fiato sul collo dei genitori.

I docenti devono sentirsi liberi ed autonomi di esprimere le loro valutazioni e se un alunno non ha raggiunto gli obiettivi o ha preso un voto negativo nella prova scritta o nell’interrogazione orale devono accettarlo chinando il capo senza proferire alcuna parola ingiuriosa e aggressiva nei riguardi dei docenti.

I decreti delegati del 1974 che hanno permesso l’ingresso della componente genitori negli Organi Collegiali della scuola ha sancito la “fine” della scuola italiana perché ha generato forme di prevaricazione e di prepotenza dei genitori nelle decisioni per la vita della scuola.

Sempre i decreti delegati hanno ingenerato fenomeni assurdi dove i docenti non hanno più diritto di esprimere la loro opinione, mentre i genitori e gli alunni ne hanno pieno diritto e facoltà.

Questa non è democrazia, questo è anarchismo e la colpa per una parte considerevole è da attribuirsi alla Legge 107 che ha avallato ed esasperato questo fenomeno di prevaricazione nella scuola.

Mario Bocola

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