Categorie: Alunni

Genitori invadenti e uso sconsiderato delle chat: il punto di vista dei presidi

La scuola non può rimanere passiva o inerte di fronte al fenomeno dell’uso sconsiderato delle chat dei genitori, che portano ad eccessive invadenze, ad ingigantire le banalità, a travisare i fatti, a coalizzarsi contro qualcuno, avvelenando le relazioni, quando non si arriva alla denuncia.

Che fare? Abbiamo esaminato in un recente articolo cosa può e deve fare il docente. Non poteva mancare il punto di vista dei presidi. A rispondere alle nostre domande è Giorgio Rembado, Presidente Nazionale Anp. La scuola può e deve “educare” anche sotto questo aspetto, ribadisce il rappresentante dei presidi, con iniziative utili sul corretto uso dei nuovi strumenti di comunicazione, dirette agli alunni ed allargate alle loro famiglie per far crescere un clima positivo e corrette relazioni.

Dottor Rembado, di fronte al dilagare del fenomeno la scuola sembra impreparata. Come gestirsi a livello di istituzione scolastica per prevenire/affrontare derive pericolose nell’uso delle chat da parte dei genitori?

L’uso delle applicazioni disponibili nei cellulari per conversazioni sincrone tra gruppi di persone è molto diffuso e i genitori degli alunni non fanno eccezione. Accade spesso che queste chat di gruppo siano utilizzate dai genitori di ragazzi che frequentano le scuole del primo ciclo per tenersi informati dei compiti assegnati in caso di assenza del figlio o per condividere utilmente informazioni sulla vita della scuola. Accade anche, purtroppo, che qualche volta questi strumenti siano utilizzati in modo distorto, per alimentare discussioni polemiche a volte anche prive di fondamento. La scuola, pur non avendo obblighi specifici di intervento, in quanto tutto questo esula dalla possibilità di controllo e dunque dalla responsabilità, può tuttavia intervenire utilmente con iniziative educative sul corretto uso dei nuovi strumenti di comunicazione, dirette agli alunni ed allargate alle loro famiglie.

 

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Cosa deve fare il dirigente di fronte a pretese assurde da parte dei genitori, o accuse nate da pettegolezzi o umori istintivi che degenerano facilmente in diffamazioni?

La relazione scuola-famiglia è molto importante ed una buona relazione favorisce la crescita culturale ed educativa degli alunni. Questo è molto chiaro ai dirigenti, che operano per far crescere un clima positivo e corrette relazioni nella comunità scolastica. Se, come dalla domanda, le pretese dei genitori sono assurde il dirigente le tratta come tali e dunque non può tenerle in considerazione. Al contrario, in caso di notizia circostanziata di eventi diffamatori, procede secondo le previste vie legali. Nel mezzo ci sono le situazioni determinate da pettegolezzi, e come tali prive di fondamento, che possono essere trattate con equilibrio e cura delle relazioni in modo da risolverle senza conflitti. Questo spesso richiede notevoli energie e un considerevole impiego di tempo.

Quali consigli utili il dirigente può dare ai docenti della propria scuola?

I nuovi sistemi di comunicazione richiedono competenze relazionali diverse da quelle utili alla relazione in presenza, che non tutti i docenti possiedono. I cambiamenti tecnologici e sociali in atto richiedono anche ai docenti una specifica formazione. In questo periodo, grazie anche agli investimenti della legge di riforma della scuola, sono in atto molte iniziative per fornire ai docenti competenze digitali, che non sono solo tecniche d’uso, ma anche capacità di interagire efficacemente tramite le applicazioni online. Il dirigente, oltre a promuovere queste occasioni formative, può consigliare ai docenti che non si sentano ancora adeguatamente in possesso delle abilità relazionali necessarie, di astenersi dal partecipare a gruppi di discussione di alunni o docenti fino a quando non si sentano sufficientemente sicuri. Un consiglio di buonsenso sempre valido, che anche in questo caso il dirigente dà ai propri docenti, è quello di ricordare che il dialogo educativo con i ragazzi è un dialogo asimmetrico, non paritario per sua natura, e che è utile che si mantenga tale anche se il mezzo è digitale e che si sviluppi in un clima di  rispetto dei ruoli.

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Anna Maria Bellesia

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