La piega che ha preso la scuola italiana non piace ai presidi: troppi Tar, troppe polemiche e attacchi ai docenti e ai dirigenti. Con i genitori che pare abbiano perso la bussola in molti casi.
“Il Tar non dovrebbe mettere le mani nella scuola”, sottolinea a Repubblica.it Gregorio Iannaccone, ex presidente Andis e ora nel direttivo nazionale. Dello stesso parere la preside Maria Pia Nuccitelli, una carriera nelle medie inferiori di Roma: “Oggi un genitore va al Tribunale amministrativo per un voto in pagella che non piace, siamo all’assurdo. La scuola di Gorizia, però, ha commesso un errore gravissimo. Di fronte a brutti voti e assenze del figlio i docenti devono convocare entrambi i genitori”.
Sembra proprio che non si accettino più le regole dell’insegnamento e della Valutazione, oltre che dell’educazione.
L’ultimo caso in ordine cronologico, che riguarda la vicenda di Gorizia ha visto annullare la bocciatura ad uno studente perché il padre non era conoscenza dei brutti voti del figlio: “La sentenza, basata tutta sulla mancata informazione, è ardita. La scuola informa sulle strategie da mettere in campo per superare problemi didattici e comportamentali, poi tocca ai genitori. I colloqui con le famiglie sono pubblici, sul sito della scuola. Un padre che davvero vuole seguire il figlio, può farlo. C’è un calendario di ricevimento, si può andare a colloquio con i professori due, tre, quattro volte. Tutte le settimane. L’intervento della magistratura a scuola è una questione difficile e complessa, rischia di creare nuovi problemi nel quotidiano. Le questioni di educazione non si possono risolvere per via giudiziaria”.
Inoltre, l’ex presidente Andis, ritiene che “una bocciatura, quasi sempre, è fatta nell’interesse del ragazzo. Un genitore che tiene ai propri figli non può essere felice di un successo scolastico ottenuto attraverso una sentenza. A che può servire, in una casa, la promozione del Tar? L’istituto di Gorizia e il ministero dell’Istruzione dovrebbero appellarsi, la Pubblica amministrazione sta soccombendo allegramente sotto un profluvio di ricorsi di ogni genere.”
L’avvocato Michele Bonetti, spiega però, dal punto di vista legale, la legittimità della sentenza del Tar di Trieste: “Nel caso specifico le ragioni formali sono serie: una circolare ministeriale del 2015 chiede esplicitamente che, di fronte al cattivo andamento scolastico dello studente, siano avvertiti entrambi i genitori. L’avviso alle famiglie è sempre più richiesto e ha una ratio. Con una procedura di separazione in corso, la scuola di Gorizia doveva avvertire sia la madre che il padre. In un verbale di un Consiglio di classe la scuola si dice consapevole delle difficoltà familiari che sta vivendo il ragazzo e il 13 dicembre 2016 il padre ha inviato una mail in cui chiedeva di essere informato”.
Tuttavia, per Bonetti il caso non dovrebbe fare giurisprudenza, quindi non estendile a tutti i casi di bocciatura.
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