Sull’ultimo numero di Internazionale (n.1236 del 22 dicembre 2017) nella rubrica di Claudio Rossi Marcelli intitolata “Dear daddy” si parla dei compiti per casa. Una lettrice scrive che non riesce ad aiutare la propria figlia di otto anni negli esercizi assegnati dalle maestre. Non è l’unica, in realtà. Il compito di aiutare i figli magari con divisioni a sei cifre non è così semplice come può apparire.
La matematica spiegata a un bambino è un’esperienza che mette a dura prova l’autocontrollo di ogni mamma e papà. Non tutti, infatti, anche i più istruiti, sono portati per l’insegnamento e perdono facilmente la pazienza.
Con le nuove tecnologie, le calcolatrici elettroniche, i calcoli più elementari diventano insormontabili. E anche un semplice 7×8 può creare imbarazzo: 42? 112? 96? Il primo istinto è prendere il cellulare e scoprire che fa 56. Bisogna arrendersi all’utilizzo delle tecnologie anche per le operazioni aritmetiche più semplici, magari una divisione a tre cifre, o bisogna insistere ancora nell’apprendimento delle più elementari basi della matematica?
Propendiamo per la seconda opzione senza per questo essere tacciati di essere “antichi” o di avere “repulsione della modernità”. Non si chiede di saper risolvere equazione di secondo grado, ma i calcoli aritmetici possono essere una valida palestra per la mente. Provare per credere.
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