Venerdì 24 marzo verrà ricordato per i due casi di aggressione avvenute nelle scuole in poche ore. Il primo è accaduto a Castellammare di Stabia, due passi da Napoli, dove la madre a di una studentessa ha fatto irruzione nel liceo artistico Plinio Seniore ed ha aggredito verbalmente e fisicamente una docente di inglese.
Il fatto è accaduto in via Virgilio, nella succursale del liceo, davanti agli altri studenti. La donna avrebbe coperto di insulti la professoressa di Inglese (accusata di avere messo dei voti troppo bassi alla figlia rispetto a quelli assegnati ad alcuni compagni), per poi afferrare la docente per i capelli e infine colpirla con schiaffi al volto: il personale della scuola è dovuto intervenire per evitare il peggio.
Poco dopo è giunta la notizia che a Cesena un dirigente scolastico è stato aggredito e colpito con un pugno dal parente di un’alunna: l’uomo era andato a prendere la nipote pur non avendo la delega dei genitori.
Il preside ha cercato di spiegare le ragioni per cui la scuola non poteva affidargli la ragazzina, ma l’uomo prima si è innervosito, poi gli ha sferrato un pugno sull’orecchio. Il dirigente scolastico è andato al pronto soccorso e ha avuto una prognosi di 14 giorni.
Il fatto, che risale al giorno precedente, è accaduto nella Scuola Media 2 di via Pascoli: subito dopo l’aggressione sono intervenuti anche i carabinieri.
“L’aggressione è un fatto gravissimo e inaccettabile. La scuola è il luogo dove i nostri ragazzi imparano il rispetto delle regole e delle persone, dove sono chiamati a relazionarsi tra loro usando il dialogo e il confronto come strumento di risoluzione dei conflitti”, ha detto il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca.
“Oltre a condannare quanto accaduto, voglio esprimere la mia solidarietà al preside, oggetto di un attacco ingiustificato e ingiustificabile per aver fatto semplicemente il proprio dovere”, ha aggiunto il primo cittadino.
Di lì a pochi minuti è giunta anche la solidarietà del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che commentando i due gravi episodi ha tenuto a dire: “dobbiamo tutti insieme ricostruire un patto educativo che unisca genitori, studenti e docenti”.
“Di fronte a questo preoccupante susseguirsi di aggressioni ai danni del personale della scuola – ha fatto poi sapere Valditara -, il ministero dell’Istruzione e del Merito valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine all’Amministrazione. Docenti e presidi non saranno lasciati soli”, ha assicurato il responsabile del dicastero di Viale Trastevere.
Successivamente, con una nota del 17 febbraio scorso firma del Capo Dipartimento Carmela Palumbo sono state fornite le istruzioni pratiche per consentire al personale della scuola di chiedere (ed eventualmente ottenere) il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato nel caso in cui siano oggetto di episodi di violenza da parte di studenti o genitori.
In questo caso, il dipendente della scuola chiede al suo dirigente scolastico (con denuncia “corredata di ogni utile documentazione (denuncia, querela, verbale redatto dalle forze dell’ordine, ecc…”),di essere assistito in sede civile.
Me nel caso di atti di violenza da parte di uno studente o di un genitore verso il lavoratore della scuola è comunque necessario che la “parte lesa” (e cioè il dipendente) presenti una denuncia o una querela nei confronti di chi ha commesso il fatto.
Avevamo fatto un esempio pratico: “il docente X è coinvolto in un episodio di violenza da parte di un genitore; nel momento in cui il genitore viene rinviato a giudizio il docente può costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento del danno fisico, morale o di altro genere. A questo punto può intervenire l’Avvocatura dello Stato per far valere in tribunale le ragioni del docente”.
Ricordiamo che “costituendosi parte civile” il ministero dell’Istruzione e del Merito permetterebbe ai docenti aggrediti di chiedere – necessariamente all’inizio dell’iter di un processo penale – il risarcimento dei danni (morali e materiali) subiti in conseguenza del reato.
Il docente, Ata o il dirigente scolastico vittima dell’aggressione, in questo modo si ritroverebbe difesi, per questo versante, da un legale le cui spese sarebbero a carico del dicastero dell’Istruzione.
Valditara qualche settimana fa aveva anche annunciato, con tanto di circolare inviata ai dirigenti scolastici, che dinanzi a questi episodi deprecabili potrebbe essere un avvocato dello Stato ad assumere la difesa nelle cause civile e penali (come del resto previsto da un Regio Decreto a firma di “Sua Maestà il Re” del 1933), così da evitare che gli insegnanti aggrediti debbano anche essere tutelati in Tribunale da un legale a loro spese.
Nella stessa circolare, i presidi sono stati invitati a segnalare tempestivamente gli episodi di violenza agli Uffici scolastici regionali, che valuteranno la segnalazione e la inoltreranno al ministero.
Non è la prima volta, comunque, che un ministro dell’Istruzione leghista si schiera al fianco in modo fermo dei docenti e del personale scolastico costretto a subire umiliazioni verbali e fisiche.
Quattro anni fa, nel marzo del 2019, l’allora ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, anche lui “portato” a Viale Trastevere dal partito del Carroccio, si espresse in modo netto: parlando a Radio Padania, il titolare del Miur disse che “gli episodi di bullismo, cyberbullismo e violenza contro i docenti sono presenti purtroppo nelle scuole italiane”.
“Per le violenze contro i docenti ci costituiremo sempre parte civile in eventuali processi”, dichiarò Bussetti.
Pochi giorni prima, “La Tecnica della Scuola”, in un articolo del suo vicedirettore Reginaldo Palermo, aveva ricordato che “i docenti sono pubblici ufficiali che esercitano una funzione importantissima e devono godere di una adeguata protezione da parte del Ministero”.
Nello stesso articolo, ricordavamo che i tempi sarebbero ormai maturi per introdurre “nel codice penale una norma specifica” che tuteli docenti e personale della scuola, quindi “finalizzata a sanzionare comportamenti aggressivi nei loro confronti. Con la clausola che tali comportamenti risultino perseguibili d’ufficio: questo vorrebbe dire che in caso di aggressione il docente segnala il fatto al dirigente scolastico il quale spetterebbe semplicemente il compito di trasmettere la segnalazione alla autorità giudiziaria”.
Assieme all’aumento esponenziale delle aggressioni verso insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata (quattro denunciate solo nell’ultimo mese), più di qualcosa nel frattempo si è mosso.
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