Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri uscente, ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il colloquio è durato oltre 50 minuti. “Considero un alto onore l’incarico. Non per scelta ma per responsabilità ci muoveremo nel quadro della maggioranza esistente. Cercherò di accompagnare e facilitare – ha affermato – il lavoro delle forze parlamentari per definire con necessaria sollecitudine” una nuova legge elettorale. “Sono consapevole dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri, per rassicurare i cittadini e affrontare con massimo impegno e determinazione le priorità internazionali, economiche, sociali, a iniziare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto”. E poi: “Tenendo presente l’urgenza, conto di riferire al presidente della Repubblica al più presto possibile”.
Subito dopo, Gentiloni ha incontrato i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini.
Sembra tuttavia che poche saranno le modifiche al vecchio assetto governativo, tranne alcune surroghe, prima fra tutte quella al ministero degli estri, carica coperta appunto da Gentiloni, sulla cui sedia andrà forse Piero Fassino. Di sicurto non ci sarà, nel nuovo governo, Stefania Giannini, già di Scelta Civica e ora del Pd.
Tra i nomi che si rincorrono nel cosiddetto Transatlantico, oltre a Francesca Puglisi, anche quello di Marcello Pera, filosofo, politico, ex presidente del Senato, ex senatore di Forza Italia e Popolo della libertà tra il 1996 e il 2013: fra le altre cose, Pera ha analizzato e smontato le ragioni del no al referendum costituzionale.
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