Geografi, associazioni in rivolta contro la riforma
Continua incessante il tentativo condotto, da alcuni mesi a questa parte, da associazioni e movimenti culturali in difesa di determinati raggruppamenti di docenti “minacciati” in qualche modo dall’avvio, dal prossimo settembre, della riforma della scuola secondaria superiore: malgrado i giochi principali siano praticamente fatti, a pochi giorni dall’approdo del testo di riforma in Consiglio dei ministri, dove è atteso dall’approvazione finale, una delle categorie più attive è sicuramente quelle dei geografi. La cui materia subirà, alle superiori, riduzioni importanti di ore in alcuni corsi sino a sparire del tutto in altri. Con il rischio concreto di determinare un ulteriore allontanamento delle matricole universitarie dai corsi di geografia (da alcuni anni generalmente già in carenza di iscritti).
Contro questa eventualità, peraltro sempre di probabile compimento, nelle ultime ore abbiamo assistito al formarsi di appelli, petizioni e raccolte firme (ad esempio su www.aiig.it, www.luogoespazio.info, www.societageografica.it) che si riconducono a condannare una politica scolastica prescelta dall’attuale Governo particolarmente penalizzante nei confronti della materia.
“Fare geografia a scuola – sostengono le associazioni nell’appello– vuol dire formare cittadini italiani e del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo e sostenibile, guardando al futuro. Nei nuovi curricoli dei licei e degli istituti tecnici e professionali in via di definizione la geografia scompare del tutto o è fortemente penalizzata. Privarsi degli strumenti di conoscenza propri della geografia, in una società sempre più globalizzata e quindi complessa, significa privare gli studenti di saperi assolutamente irrinunciabili per affrontare le sfide del mondo contemporaneo”.
Sfide che, evidentemente, al ministero dell’Istruzione non ritengono sia più fondamentale affrontare detenendo competenze su confini, città e senso dello spazio che ci circonda. Convinti, forse, che internet e le nuove tecnologie digitali mobili (come il Gps) possano sopperire a delle basi e delle conoscenze che da diversi decenni hanno sempre fatto parte del bagaglio culturale delle nuove generazioni.