Geografi preoccupati: la riforma delle superiori ci danneggia. Il 17 dicembre convegno a Roma
Per i laureati in geografia la riforma della scuola secondaria superiore rischia di trasformarsi in una beffa: dopo anni di battaglia per ricavare più ore di insegnamento hanno preso atto che nel testo di riforma, oggi all’esame delle Commissioni parlamentari, lo spazio dedicato alla loro materia si sta ulteriormente riducendo. E se la riforma passasse così come è stata approvata in prima lettura, la geografia, in pratica, diverrebbe una materia ancora meno considerata di quella che è oggi dai programmi di insegnamento in vigore. L’ipotesi di marginalizzare la materia avrebbe dei riflessi anche a livello universitario, dove da alcuni anni gli iscritti a Geografia risultano in sensibile calo.
Anche per questi motivi alcuni dei massimi rappresentanti istituzionali, pedagogisti ed esperti di geografia e di didattica disciplinare la mattina del 17 dicembre si riuniranno alla Sapienza Università di Roma, presso l’aula di Geografia della Sezione di Geografia del Dipartimento delle Scienze dei Segni, Spazi e Culture (1° piano, Facoltà di Lettere e Filosofia), in occasione del convegno “La Geografia nella formazione dei docenti: un sapere irrinunciabile“.
L’incontro, voluto dal dipartimento di Geografia, si annuncia ricco di contributi: è prevista una riflessione sui problemi legati alla formazione universitaria dei docenti, alla luce degli indirizzi di riforma già applicati nel primo ciclo di istruzione (scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria di primo grado) e in via di definizione per il secondo ciclo (scuola secondaria di secondo grado).
“La geografia – annuncia il professor Gino De Vecchis, presidente dell’Associazione italiana insegnanti di geografia, alla vigilia del dibattito – non può sviluppare tutte le sue potenzialità, che sono enormi, se non viene insegnata da docenti ben preparati in sede universitaria e se non trova un’adeguata collocazione nei vari ordini di scuola. I pericoli che la geografia attualmente corre su ambedue i fronti sono molti, ma il declino di questa disciplina priverebbe i ragazzi di saperi indispensabili“.
Gli addetti ai lavori incentreranno i loro interventi sull’importanza delle competenze geografiche intesi, anche nella società moderna, come elemento imprescindibile per affrontare le sfide della complessità del mondo contemporaneo e per concorrere ad affermare i valori di sostenibilità ambientale, di cittadinanza attiva e di integrazione sociale e culturale.