Categorie: Didattica

Geografia e istruzione professionale, quante contraddizioni!

Riceviamo dal prof. Riccardo Canesi (Coordinamento Nazionale SOS Geografia) il seguente conributo sull’insegnamento della geografia che volentieri pubblichiamo.

Gentile Ministra,

 

desideriamo ringraziarla per il significativo e toccante messaggio riguardante l’importanza della Geografia che Lei ha voluto indirizzare ai partecipanti dei Campionati Nazionali della Geografia.

Ci duole informarla, purtroppo, che i concetti pregnanti e condivisibili espressi in quella lettera non trovano corrispondenza nell’operato legislativo, anche recente, del Suo Ministero.

Ci riferiamo allo “Schema di decreto legislativo recante la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale” (atto Camera n. 379) attualmente in esame presso le Commissioni parlamentari Cultura e poi Bilancio, in cui praticamente la Geografia non compare ed anzi viene eliminato rispetto alla situazione precedente.

Nei quadri orari dei nuovi istituti professionali a pag. 21 (ossia pag. 1 dell’Allegato B), per l’Area generale comune a tutti gli indirizzi sono previste nel 1° biennio per l’ “Asse storico sociale (Storia, Geografia, Diritto ed economia)” 264 ore (che diviso le 33 canoniche settimane dell’anno scolastico sono 4 ore settimanali nel 1° anno + 4 ore nel 2° anno).

Sempre che vada bene, quindi, alla Geografia nel biennio comune potrà essere assegnata al massimo una misera ora, ma c’è il forte rischio che questa ora venga condivisa con la Storia (!?).

Per quanto riguarda il triennio, la Geografia non compare né nell’ “Area generale comune a tutti gli indirizzi”, né nelle aree di indirizzo, neppure negli Indirizzi in cui il suo insegnamento era presente prima della famigerata “riforma Gelmini” come l’ “indirizzo Servizi commerciali” (7 ore nel triennio in precedenza) e “l’indirizzo Enogastronomia e ospitalità alberghiera” (7 ore nel triennio) in cui, peraltro, verrebbe reintrodotta solo Storia dell’Arte nel corso “Accoglienza Turistica” (ovvero “Arte e territorio” come si può vedere a pag. 25 ossia pag. 5 dell’Allegato B).

Ciò nonostante nei risultati di apprendimento, a conclusione dei percorsi dell’istruzione professionale (pag. 2 dell’allegato A) si può leggere: “gli studenti devono essere in grado di: (…) – riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo”(…); – stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale, sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro“.

Quale disciplina, secondo il Ministero, dovrebbe far raggiungere agli studenti questi obiettivi di apprendimento se non la Geografia?

Al Ministero non sembra palesemente contradditorio inserire certi obiettivi, peraltro più che condivisibili, e non offrire agli studenti gli strumenti per conseguirli?

Il Coordinamento Nazionale SOS Geografia si augura che questi macroscopici errori, a danno di una disciplina e soprattutto a danno degli studenti, vengano sanati al più presto dal Suo Ministero visto che il Parlamento non può metterci mano.

Il Coordinamento si mette, come sempre, a disposizione dei suoi uffici per ulteriori delucidazioni e/o contributi. Grazie dell’attenzione.

Cordiali saluti.

 

www.sosgeografia.itr.canesi@tin.it

Redazione

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