Sono sempre più frequenti i segnali di un “analfabetismo geografico diffuso”: sostenerlo è Riccardo Morri, presidente dell’Associazione italiana insegnanti di geografia (aiig.it) e docente all’Università Sapienza di Roma.
L’ignoranza sulla geografia è ormai una costante. Non si contano più le corbellerie geografiche.
Che dire del Regno di Wakanda, un’isolata nazione dell’Africa Orientale tra le più ricche e tecnologicamente avanzate della Terra grazie ai suoi enormi giacimenti di vibranio, governato dal Re T’Challa? Il problema è che sebbene il Wakanda non esista, questo è comparso nel tracker tariffario del sito web del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti in cui viene presentata una lista dettagliata di beni e servizi che le due nazioni si scambierebbero con il relativo profitto (anatre, mucche, asini, tacchini, bufali e altri animali destinati all’allevamento).
Il Regno di Wakanda infatti risulta essere l’ambientazione principale del film Marvel “Black Panther”, un territorio fittizio creato da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni) e comparso per la prima volta nel fumetto Fantastic Four (Vol. 1) n. 52.
Per fortuna qualcuno lo ha capito, per l’esattezza l’utente twitter Francis Tseng, e il suo tweet è diventato immediatamente virale.
In Italia non siamo da meno. Basti pensare all’episodio (ripreso da più quotidiani italiani) durante l’Expo di Milano, quando al padiglione della Toscana fu appesa una bella carta geografica dell’Emilia Romagna e al padiglione dell’Emilia Romagna, quella della Toscana.
“La situazione nel nostro Paese è peggiorata con la legge Gelmini che ha quasi cancellato la geografia dalle scuole superiori”, spiega il geografo Riccardo Morri.
Se oggi raramente si arriva alle due ore a settimana nelle scuole medie, la geografia è presente nei licei solo nel biennio, tre ore a settimana insieme alla storia, con un unico voto per due discipline.
Morri ricorda che, a seguito della decisione presa dal Miur da alcuni anni di collocare la disciplina all’interno del “calderone” delle materie atipiche, il quale salvaguarda i posti dei docenti a discapito della qualità dell’insegnamento, “la situazione si è aggravata dalle assegnazioni di queste ore molto spesso a docenti non abilitati all’insegnamento della Geografia (classe di concorso A21) e quindi privi delle specifiche e necessarie competenze”, in particolare ai docenti di Scienze della terra.
Eppure, la geografia potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella comprensione di fenomeni come i cambiamenti climatici e nell’educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza, come previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Negli ultimi mesi, a ricordarlo è stato anche il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, convinto sostenitore dei temi a difesa dell’ambiente e del clima.
Il titolare del Miur ha annunciato, ad inizio dicembre, che dal prossimo anno scolastico all’interno dell’ora di educazione civica si parlerà anche di educazione ambientale. Con tanto di voto finale. Ma ai geografi non basta: si tratterà, infatti, di temi collocati all’interno di altre discipline. Non certo, di ore di geografia in più rispetto agli attuali orari settimanali d’insegnamento.
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