“Non conoscere la geografia significa non avere la capacità di osservare, orientarsi nel tempo e nello spazio: significa assorbire i contenuti così come ci vengono proposti senza saperli analizzare criticamente”. A dirlo alla ‘Tecnica della Scuola’ è il professore Riccardo Morri, ordinario di Geografia all’Università La Sapienza di Roma: in Italia, spiega, “c’è una condizione di analfabetismo geografico che parte dai ragazzi ma che in realtà è diffusa in tutti gli strati della società, anche nelle alte cariche istituzionali che molto spesso cadono in errori marchiani rispetto alle conoscenze geografiche di base”. Uno dei temi del convegno nazionale dei Geografi italiani, in programma a Foggia dal 10 al 12 ottobre, sarà proprio quello di “comprendere come la geografia sia uno strumento fondamentale per l’incontro, lo scambio e il confronto”, ma anche per ridare alla disciplina “il ruolo e la centralità che gli spetta rispetto a temi come il cambiamento climatico, il multiculturalismo, i conflitti”.
Professor Morri, per quale motivo è fondamentale che lo studio della geografia sia presente all’interno delle scuole italiane?
Perché il sapere geografico è una forma di conoscenza estremamente attuale per comprendere i cambiamenti che sempre più veloci si susseguono nella realtà con cui ci si confronta quotidianamente, nel contesto in cui si vive ma anche nelle terre più lontane riuscire a farlo senza avere la capacità di osservare, orientarsi nel tempo nello spazio diventa di fatto impossibile: questo significa che purtroppo noi assorbiamo e riceviamo i contenuti così come ci vengono proposti senza saperli analizzare criticamente.
È vero che molti ragazzi hanno gravi carenze in geografia?
Sì, io definisco questa una condizione di analfabetismo geografico che parte dai ragazzi ma che in realtà è diffusa in tutti gli strati della nostra società, anche nelle alte cariche istituzionali che molto spesso cadono in errori anche marchiani rispetto alle conoscenze geografiche di base: c’è un rapporto dell’Ocse del 2020, in base al quale l’Italia ad esempio occupa gli ultimi posti in classifica tra Paesi e l’Ocse rispetto alle competenze di cittadinanza e della cittadinanza globale.
Voi come associazione cosa avete in programma?
Noi siamo fortemente impegnati sul fronte punto della formazione e dell’aggiornamento: il nostro prossimo convegno nazionale, il 66esimo, che si terrà a Foggia dal 10 al 12 ottobre, è incentrato proprio, ad esempio, sui temi dell’inclusione. Quindi, da un lato su come soddisfare i bisogni legati a ai bisogni speciali, alla didattica speciale; dall’altro, appunto, per comprendere come la geografia sia uno strumento fondamentale per l’incontro, lo scambio e il confronto.
A proposito delle nuove indicazioni nazionali per l’Educazione civica cosa auspicate?
Noi adesso abbiamo cominciato uno studio attento delle nuove indicazioni nazionali sull’educazione civica, innanzitutto perché la geografia nelle precedenti linee guida aveva un ruolo importante, veniva portata ad esempio come disciplina trasversale che connettesse le altre discipline e consentisse al raggiungimento degli obiettivi formativi. Faremo anche a novembre probabilmente un webinar di approfondimento: il bisogno di fondo è ridare alla geografia il ruolo e quella centralità che gli spetta rispetto a temi come il cambiamento climatico, il multiculturalismo, i conflitti legati ad esempio alla dimensione della geografia politica che sono questioni di fondamentale importanza nella società contemporanea.
Dal 10 al 12 ottobre a Foggia sono in programma i lavori del 66° Convegno Nazionale – 27° Corso nazionale di aggiornamento e sperimentazione didattica dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, dal titolo “Pratiche di inclusione. Educazione geografica e didattica attiva”.
I partecipanti hanno la possibilità di assistere alla tavola rotonda del 10 ottobre “Pratiche di inclusione. Strategie, esperienze e innovazioni didattiche in Geografia” (animata dall’esperto di geografia e inclusione prof. José Jesús Delgado Peña, Università di Malaga, che come keynote speaker interagirà con il geografo Fabio Pollice, Rettore Università del Salento, con la pedagogista Viviana Vinci, Università di Foggia e componente la Commissione per la revisione delle Indicazioni nazionali, e con Aldo Grassini, Presidente Museo Tattile Omero di Ancona) e alle Officine didattiche (dedicate allo specifico ordine e grado di scuola) in programma l’11 ottobre:
SCUOLA SECONDARIA:
SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA:
Oltre alla possibilità di iscriversi un costo ridotto alle sole Officine didattiche in presenza, l’AIIG propone in occasione del Convegno nazionale anche il tradizionale appuntamento con le Officine didattiche online gratuite, alle quali docenti e gruppi classe possono liberamente partecipare, previa prenotazione, da remoto nella mattina del 10 ottobre, dalle 9:30 alle 13:00:
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