La geografia a scuola si studia poco, spesso è inglobata in altre discipline e alle superiori non è sempre affidata ai geografi ma ad altri laureati, ad esempio in biologia.
I diretti interessati, chi ha intrapreso gli studi di geografia all’università ma non riesce ad avere spazio nella scuola pubblica, lo sostengono da tempo. E i nostri lettori non mancano occasione per ricordarlo.
La questione dei docenti poco indicati per insegnare la disciplina – perché non basta aver sostenuto un paio di esami all’Università – è stata anche oggetto di studio dei giudici.
Quelli del Tar del Lazio – sollecitati dal coordinamento nazionale “Sos Geografia“ – hanno stabilito, ad esempio, che negli Istituti Tecnici e Professionali l’insegnamento venga affidato esclusivamente ai professori abilitati in questa disciplina e non più a docenti abilitati in Lettere o in Scienze.
Ora, a dire la sua è anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il quale rispondendo alle domande di alcuni studenti durante l’iniziativa “Ragazzi al centro”, organizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano: “Guardando i risultati dei test Invalsi di questo anno, mi sono reso conto che tra le materie manca la geografia: va reintrodotta e potenziata soprattutto in questo momento storico”.
Il riferimento del ministro dell’Istruzione è, probabilmente, ai confini nazionali ed europei, con il loro carico di tradizioni, culture e formazioni, che troppo spesso vengono considerati dai nostri giovani con estrema superficialità.
Sarà la volta buona per vedere realizzate nuove norme? Verrà affidata la disciplina ai docenti specialisti? Verranno, infine, implementate le ore, che in alcuni corsi di studio si riducono ad appena 33 l’anno, pari ad una sola a settimana?
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