Da quanto comunica il sindacato Flc Cgil, il Ministero dell’Istruzione, nella persona di Iacopo Greco, capo Dipartimento delle Risorse umane e finanziarie del MI, avrebbe preso atto del fallimento delle procedure di gestione dei casi Covid in relazione alla difficoltà di tracciare i contagi in modo tempestivo (i famosi T0 e T5) e si sarebbe impegnato a predisporre: un nuovo intervento normativo volto alla semplificazione delle procedure (di cui parla anche il nostro direttore Alessandro Giuliani); e un Vademecum a supporto del lavoro delle scuole, che possa racchiudere tutte le procedure anti Covid e di gestione dell’emergenza, attualmente spezzettate tra le norme, le circolari, le note di chiarimento e quant’altro.
Una questione affrontata lo scorso lunedì 24 gennaio nel corso della riunione del Tavolo tecnico che ha visto il confronto tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati sui due temi della semplificazione delle procedure a scuola per mitigare il contagio da Covid-19; e del conteggio del numero di positivi nelle scuole e degli altri dati legati alla pandemia.
E veniamo proprio alla questione dei numeri…
I dati divergenti del Ministero dell’Istruzione
Come abbiamo anticipato ieri 26 gennaio, i dati diramati dal Ministero dell’Istruzione sul numero dei vaccinati e degli esenti nelle scuole non sembra del tutto affidabile. La tabella ministeriale, infatti, parla di un 100% del personale scolastico che si sarebbe sottoposto alla prima dose, quando nella realtà vi sono soggetti fragili esenti dal vaccino e personale che tuttora non si è vaccinato. Una incongruenza che fa notare anche il sindacato di Sinopoli Flc Cgil, che in comunicato argomenta: Per quanto ci riguarda abbiamo confermato l’insufficienza dei dati per una compiuta rilevazione della situazione delle scuole. Risultano infatti fuori computo ben il 20% delle scuole, il che rende parziale il risultato complessivo. Rispetto alle vaccinazioni, inoltre, dai dati emerge che il 100% del personale si è sottoposto alla prima dose, mentre già sappiamo che esiste una, pur ridotta, percentuale di fragili e/o non vaccinabili e di personale sospeso per non aver adempiuto all’obbligo, per cui si conferma una lettura divergente rispetto a quella offerta dal Ministero.