Il cantante 31enne Ghali ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui ha parlato di scuola e di Ius Scholae, dicendosi ovviamente favorevole, e di responsabilità dei cantanti e dei rapper come lui verso la società. Ricordiamoci che la canzone che ha portato allo scorso Festival di Sanremo 2024, “Casa Mia“, si portava dietro un grande significato.
Ecco le sue parole: “Non so se le mie azioni portino un cambiamento effettivo, però quando vedo che alcuni bambini all’asilo cantano in coro Casa mia, mi viene da pensare: missione compiuta. Crescendo daranno sempre più significato a quel testo che ora gli è andato sottopelle. È il massimo che un artista possa fare. Quindi non penso di poter cambiare la mente degli italiani, ma dei nuovi italiani un po’ sì”.
E, sullo Ius Scholae: “Non mi sorprende che questo governo sia così chiuso. Io vedo semplicemente che c’è l’occasione di firmare un referendum che forse potrebbe cambiare alcune cose. Io sono diventato italiano a 18 anni, nonostante fossi nato qui, sapessi parlare solo l’italiano e non l’arabo e avessi frequentato solo scuole italiane”, ha concluso.
Il docente e scrittore Enrico Galiano ha detto mesi fa che il testo della canzone debba essere studiato a scuola. Lo ha detto con un video su Instagram e poi in un’intervista pubblicata su Famiglia Cristiana. “Portare in classe un testo come questo consente a un insegnante anche di introdurre temi di grande attualità e di riuscire a farlo passando dalla parte dello sguardo dei ragazzi con la musica che loro ascoltano. Così è molto più facile e molto più diretto ed è quindi più probabile riuscire a interessarli e anche farli riflettere su temi così importanti”, ha detto.
Ma che scuola ha fatto Ghali? Ecco la sua risposta: “Grafico pubblicitario, poi decoratore d’interni, da privatista, col recupero corsi. Non ho concluso. Alla maturità ho fatto solo lo scritto, il giorno dell’orale avevo un concerto. Ho scelto il concerto”.
Ricominciare la scuola? Ecco la risposta del rapper: “Preferisco imparare a leggere e scrivere l’arabo”.
Ghali, tempo fa, ha parlato di una sua docente, che all’epoca gli ha fatto i complimenti per le sue doti nella scrittura, e l’ha salutata: “Non l’ho più sentita. Cercarla sarebbe una bella idea. Vorrei incontrarla, ringraziarla, farci una chiacchierata”, queste le sue parole, prima di salutarla.
“Molte canzoni italiane andrebbero studiate a scuola. Non solo ‘Casa mia‘, ma anche ‘Ora d’aria‘. Con l’arte si può veicolare qualunque messaggio”, ha aggiunto.
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