Così l’on Manuela Ghizzoni nel suo sito rispondendo a dei docenti del comitato “Quota 96” che le chiedevano un suo interevento affinchè nella possibile deroga della legge Fornero, che ripristinerebbe la possibilità di andare in pensione agli statali con le vecchie regole per coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2012 e forse fino al 31 dicembre 2013, siano inseriti anche i lavoratori della scuola.
Ma per la presidente della commissione cultura della Camera questa ipotesi non sembra praticabile, anzi aggiunge che “personalmente sono portata ad annoverare tra queste, l’idea di “liberarsi” di 10.000 statali, come se si trattasse di una inutile zavorra”, cosi come sono ritenuti i lavoratori del pubblico impiego. Al contrario, sostiene la Ghizzoni, nella scuola, l’università, la ricerca “la condizione è quella di organici insufficienti (perchè sottoposti progressivamente a riduzioni delle piante organiche): ulteriori tagli come potrebbero essere sopportati senza mettere a rischio la funzionalità del sistema? Perchè è del tutto evidente che se di tagli si tratta, i posti lasciati liberi non verrebbero occupati da alcuno, dato che non si può conseguire un risparmio di spesa pubblica scaricando eventuali oneri sul sistema pensionistico.”
A conclusione del suo discorso sul blog si evince dunque che per quanto riguarda il personale della scuola, posto che la deroga alla legge Fornero venisse applicata, ad ogni pensionamento in più ci sarebbe giocoforza un nuovo ingresso e una nuova stabilizzazione che sarebbe una spesa ulteriore che lo Stato non potrebbe permettersi, benché si tratti di un manipolo di docenti e Ata di appena circa 3.000/3.500 persone.
Le speranze flebili che avevano percorso, sia il comitato “Quota 96” di andare in pensione con i diritti maturati al 31 agosto 2012, e sia gli altrettanti precari in lista di attesa da decenni sfumano come rugiada sotto questo sole afoso di inizio luglio.
Una doppia spesa dunque che lo Stato, affamato, non può permettersi, quella cioè di pagare altre 3mila e rotti pensioni e altri tre mila e rotti precari. Non abbiamo i conti esatti degli sprechi dello Stato, né delle derive sugli ori di altri pensionati, ma la risposa, onesta, dell’on. Ghizzoni lascia l’amaro soprattutto nella bocca già amareggiata dei supplenti lasciati sempre a sé stessi.
“Mi batterò per il vostro diritto alla pensione, e sarò vigile nel non farmi sfuggire alcuna occasione legislativa; allo stesso tempo credo che ci dovremmo tutti battere perchè i vostri posti siano occupati da precari.”
Così conclude la presidente della commissione cultura della Camera l’intervento nel suo blog, benché spontanea ci sorge una domanda: se è ritenuta corretta la “manovra” della deroga della legge Fornero, come ella sostiene, perché non adottarla attingendo per la copertura, qualche milione di euro, nei mille angoli delle spese inutili?
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