L’educazione musicale sta diventando sempre più una componente essenziale dell’educazione. Lo studio musicale in Italia, anche con il recente processo di riforma dei conservatori e con l’istituzione dei licei musicali, si è sviluppato separatamente dagli altri filoni formativi da cui è rimasto distaccato non solo "fisicamente" e logisticamente, ma anche dal punto di vista dei contenuti e dello sviluppo metodologico.
Si è così assistito al sorgere di una serie di luoghi indipendenti e non comunicanti nei quali è organizzata l’esperienza musicale ed è progettato lo studio della musica. Questa la motivazione che la presidente Ghizzoni ha posto alla base della sua proposta di legge.
La deputata del Pd, nella relazione illustrativa alla legge, descrive la situazione attuale attraverso due indagini condotte in Emilia-Romagna e in Toscana che “hanno evidenziato la capillare presenza delle scuole di musica nel territorio. Questi sono i dati più significativi che emergono dall’indagine nelle due regioni: 750 scuole, 70.000 studenti, 5.800 insegnanti.
Nel curricolo scolastico l’educazione all’espressione musicale è presente a partire dalla scuola dell’infanzia nella quale è sempre più richiesto, da parte degli educatori, l’intervento di specialisti in questa disciplina; lo stesso accade nella scuola primaria, in cui la presenza di personale esperto e specificamente qualificato a fianco dei docenti è ritenuta un indispensabile sostegno alla didattica musicale concepita non solo come attività ricreativa ma come materia da comprendere, approfondire e praticare con regolarità.
Nell’ordine e nei gradi scolastici successivi, in cui sono previsti ore e docenti dedicati, l’educazione musicale dovrebbe costantemente rinnovarsi e approfondirsi dando ai ragazzi la possibilità di suonare e di cantare per meglio capire la grammatica della musica attraverso l’esperienza diretta, che dovrebbe essere anche di approccio individuale, magari attraverso lo studio di uno strumento, e di coinvolgimento attivo e creativo in attività di gruppo proposte con regolarità”.
La proposta di legge si pone quindi l’obiettivo di rendere più omogeneo e integrato l’insegnamento delle discipline musicali, dando un ordine specifico alle esperienze individuali che oggi contrassegnano la didattica. L’intento è quello di offrire una proposta formativa ampia che prevede un sistema didattico articolato e compiuto, in grado di garantire oltre alla formazione strumentale, anche l’educazione musicale.
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