Sono numerosi gli studenti che, per questioni di natura familiare, psicologica o talvolta lavorativa debbono sospendere o assentarsi dalle lezioni scolastiche. Il fenomeno, noto in principio come dispersione, risulta essere in tragico aumento in tutto il Vecchio Continente: le scuole nelle aree interessate svolgono il ruolo sociale di maestose cattedrali nel deserto le cui aule sono parzialmente deserte. Gli studenti sono altrove: isolati in casa per vari motivi di salute e disturbi diagnosticati, impegnati in attività sportive di natura agonistica, al lavoro per garantirsi una minima paga di sussistenza (o supportare le rispettive famiglie sempre più in difficoltà economica). Nel Regno Unito la crisi economica indotta dalla polverizzazione del potere d’acquisto del ceto medio ha prodotto una catastrofica, strisciante e sempre meno tangibile crisi sociale che si ripercuote sulle giovani generazioni. La frequenza alle lezioni si riduce, l’isolamento delle famiglie si amplifica ed il disagio aumenta. Nel solo Regno Unito sono oltre 140.000 gli studenti perennemente e cronicamente assenti per i quali non si hanno notizie: li chiamano ghost students, appellativo che ha destato numerose polemiche in seno al dibattito pubblico e politico. Queste persone non sono fantasmi, ci sono e con il loro silenzio comunicano una mancata secolarizzazione – o modernizzazione – della scuola che non ha tenuto in considerazione le reali esigenze delle generazioni più giovani.
La Passmores Academy di Harlow è stata oggetto di un’avvincente serie di documentari del 2011 su Channel 4 intitolata Educating Essex. Ha seguito la vita degli adolescenti e del personale, guidati dal carismatico ed esuberante preside Vic Goddard. Da allora è diventato estremamente influente sostenendo l’importanza dell’istruzione, in particolare per i più svantaggiati, e la “pura gioia” dell’insegnamento. “Ho il miglior lavoro del mondo”, ha affermato spesso nei 13 anni trascorsi da Educating Essex. Ma non più. Gli eventi della scorsa settimana emersi sui maggiori rotocalchi forniscono indizi sul perché. È stato rivelato che 2 milioni di bambini necessitano di logopedia e terapia del linguaggio, molti dei quali attendono più di un anno per ricevere le cure. Nel 2023, 140.000 bambini sono stati classificati come “gravemente assenti” da scuola, con un aumento del 134% rispetto a prima della pandemia. Lunedì scorso, il governo ha annunciato altri 18 hub di partecipazione, portando il totale a 32, e 15 milioni di sterline per progetti pilota di tutoraggio della partecipazione. Quindi i maggiori Enti Locali hanno annunciato le misure che avrebbero implementato, incluso un registro per i bambini che frequentano l’istruzione domestica. I centri predisposti lavoreranno in una collaborazione unica con otto università del Russell Group settentrionale, tra cui Liverpool e Leeds, membri della N8 Research Partnership. Il loro programma, creato inizialmente dieci anni fa per ricercare la salute, il benessere e la pediatria dei giovani, insieme alla Northern Health Science Alliance, ha recentemente prodotto due rapporti schiaccianti. Questi hanno rivelato le devastanti disparità tra il nord e il resto dell’Inghilterra. Includono, ad esempio, che prima della pandemia, in media, venivano tagliati i costi per 412 sterline per studente nei centri Sure Start nel nord, rispetto a sole 283 sterline nel resto dell’Inghilterra.
Nel Belpaese il fenomeno dispersivo è attentamente monitorato dalle autorità europee che, attraverso la pubblicazione di rapporti esemplari come Eurydice, rendono note le caratteristiche dello stesso e le diversità su base territoriale. Utilissima e ripresa da numerose testate nazionali è stata l’indagine Demopolis, che ha affrontato il tema delle bocciature per l’eccessivo numero di assenze. Solo nell’anno scolastico 2021 – 2022 oltre 88.000 studenti italiani sono stati bocciati per mancata frequenza valida dell’anno scolastico dovuta all’eccesso di assenze. Come asserisce il report “l’indagine è stata condotta su un campione nazionale stratificato di 3.540 intervistati, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne. L’Istituto Demopolis ha analizzato, accanto alla popolazione italiana nel suo complesso, anche alcuni target particolarmente significativi con ulteriori rilevazioni demoscopiche su campioni ragionati di genitori con figli minorenni (940), insegnanti (288), rappresentanti di enti del Terzo Settore (270).” La povertà educativa nel nostro paese preoccupa un numero sempre più elevato di cittadini: oltre il 67 % di questi sostiene inoltre che l’evo COVID abbia contribuito a peggiorare la situazione. “Per la maggioranza degli italiani – riferisce Rossi-Doria – vanno supportate équipe stabili di docenti capaci di favorire didattiche innovative specialmente nelle aree più fragili, mentre per meno del 30% vanno premiati i singoli docenti capaci di favorire didattiche vincenti indipendentemente dai diversi contesti.”
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