A ridosso del rientro a scuola sono molte le questioni in sospeso riguardanti il sistema scolastico che necessitano attenzione da parte del prossimo Governo. A parlare dei problemi “strutturali” della scuola è stato Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di RTL102.5 oggi, 23 agosto, all’interno del programma Non Stop News.
Innanzitutto Giannelli si è concentrato sulla questione del reclutamento dei docenti, scagliandosi contro le modalità concorsuali che favoriscono, a suo dire, la formazione di un gran numero di docenti precari: “Il meccanismo di assunzione del personale non è pensato per soddisfare la richiesta o per farlo in maniera ottimale. Si hanno spesso ritardi e si ha la costituzione di un precariato molto consistente che poi bisogna stabilizzare in qualche modo. Dopo 3 anni di lavoro le persone vanno stabilizzate”, ha detto.
Ecco come si potrebbe risolvere, secondo il presidente dell’ANP, questo annoso problema: “A fronte di questa situazione un po’ insoddisfacente bisognerebbe fare come si fa all’estero: attribuire alle scuole il potere di assunzione del personale stesso. Sarebbe molto più efficiente, molto più snello e molto più adatto alle esigenze della scuola”.
“Non è un mistero per nessuno che questi concorsi spesso vadano a verificare l’aspetto nozionistico. Ci si chiede – ha continuato – se un docente conosce o meno la disciplina, che dovrebbe già aver imparato, ma non ci si chiede se sappia insegnare, voglia insegnare e se abbia un’attitudine per questo tipo di lavoro”.
Giannelli ha poi discusso delle ultime riforme del sistema scolastico, a suo dire alquanto marginali: “Si effettuano ritocchi sul sistema ma non si va ad incidere su alcune questioni strutturali, come quella delle assunzioni. Ci vuole un po’ di coraggio. È chiaro che se si continua a pensare che se un dirigente ha un ruolo fondamentale nell’assunzione assume parenti e amici è evidente che non si ha la minima fiducia del sistema e non dobbiamo stupirci se poi questo non funziona”.
A proposito delle parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sulla riduzione, quest’anno, del numero di docenti precari Giannelli ha commentato così: “Do atto a Bianchi per aver fatto molti sforzi in questa direzione. Il problema è il meccanismo che è patologico. Finché non si interviene sul meccanismo c’è poco da fare. Mi aspetto che il numero di supplenti diminuirà quest’anno. Non mi aspetto che si possa però azzerare il numero molto consistente di cattedre gestite da precari. Nessuno ha nulla contro i precari, ma i nostri ragazzi hanno bisogno di docenti preparati, adeguati e aggiornati”.
Infine Giannelli ha parlato del ritorno in classe dei docenti non vaccinati contro il Covid, spostando l’attenzione su un’altra categoria, più numerosa, che non si è immunizzata contro il virus: “I docenti non vaccinati sono stati già reintegrati nelle loro funzioni a metà giugno. Alcuni di loro hanno anche partecipato agli Esami di Stato. Stiamo parlando di pochissime migliaia di persone. Forse bisognerebbe pensare di più ai milioni di studenti che non sono vaccinati. Questi, per quanto possano subire blande conseguenze da un eventuale contagio comunque potrebbero contribuire a far circolare il virus. Quindi non faccio altro che invitare i genitori a considerare la possibilità di vaccinare i loro figli”, ha concluso.
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