Politica scolastica

Giannelli (ANP): “Nessun oltraggio ai docenti. E’ il ddl Granato oltraggioso verso i dirigenti”

Le audizioni che si sono svolte in questi giorni presso la Commissione Cultura del Senato a proposito del disegno di legge Granato (M5S) sulla abrogazione della chiamata diretta e degli albi territoriali stanno provocando un accesso dibattito sia in Parlamento sia in rete.

ANP vs Granato

L’ultima audizione si è avuta nella mattinata del 28 novembre: hanno partecipato Disal (Dirigenti scuole autonome e libere), Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) e Anp (Associazione nazionale presidi) che hanno ribadito la loro contrarietà sul provvedimento. Ma alla senatrice Granato la posizione dei dirigenti scolastici non è piaciuta affatto tanto che nella sua pagina FB ha parlato di “parole oltraggiose” pronunciate in audizione nei confronti dei docenti.

Pronta la replica di Antonello Giannelli, presidente ANP che, parlando con noi al telefono, fa osservare che ad essere offensiva nei confronti dei dirigenti scolastici è, semmai, la relazione introduttiva al disegno di legge stesso. Per la verità la stessa Granato, nel corso dell’audizione ha fatto riferimento ad abusi (reali o presunti) commessi dai dirigenti scolastici proprio in sede di chiamata dei docenti, tanto da provocare la risposta del presidente ANP che ha detto chiaramente: “Se risultano abusi, quei dirigenti vanno anche licenziati”. “Nessun oltraggio da parte nostra nei confronti dei docenti – sostiene Giannelli – anzi noi siamo assolutamente convinti che la scuola si regge proprio sugli insegnanti il cui lavoro dovrebbe essere maggiormente riconosciuto dall’amministrazione, anche sotto l’aspetto economico. Peraltro è bene ricordare che alla nostra associazione possono iscriversi anche i docenti che considerano importante la valorizzazione della professionalità” “Ciò che però non possiamo accettare – conclude Giannelli – è che il sistema scolastico venga considerato solo uno strumento per dare una occupazione al personale: noi crediamo che la scuola debba essere al servizio degli studenti e per la verità nel testo del disegno di legge la parola ‘studente’ non l’abbiamo proprio letta”.

 

Reginaldo Palermo

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