Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha rilasciato ieri un’intervista a Tgcom24 durante la quale ha discusso dei temi caldi relativi alla scuola, dal dimensionamento al merito.
Giannelli ha ribadito la sua posizione riguardo la valorizzazione del merito non solo degli studenti ma anche dei docenti. Più volte quest’ultimo si è espresso a favore di una valutazione per gli insegnanti e di una vera e propria carriera scuola.
Il presidente Anp ha affermato che bisogna applicare il concetto di merito a tutti i lavoratori pubblici: “Occorre valutare tutto il personale pubblico, retribuito con le tasse pagate da tutti”.
Ecco su quali basi, a suo avviso, si dovrebbero premiare o meno gli insegnanti: “In quanto alla scuola, il merito dovrebbe essere riferito alla capacità del docente di coinvolgere tutta la classe. Sono contrario a una valutazione che premia il docente solo perché ha seguito un corso di aggiornamento: si deve valutare il docente in base ai risultati, all’entusiasmo che trasmette e credo che l’unica persona in grado di farlo sia il preside”.
Insomma secondo Giannelli non bastano i risultati ottenuti dai docenti, su cui non è stato specifico, ma il modo in cui questi si propongono alla classe. “Il bravo docente è colui che porta avanti tutta la classe. Tra gli alunni dovrebbe instaurarsi solidarietà e tutto il gruppo classe dovrebbe essere valorizzato”, ha continuato.
Il presidente Anp ha poi commentato l’applicazione del concetto di merito alle “performance” degli studenti: “Quando si dà un voto ad un alunno si rischia di darlo alla sua estrazione socioeconomica e culturale e non all’alunno stesso. Dobbiamo invece premiare gli alunni, non solo chi gode di una condizione privilegiata”.
Giannelli, infine, non ha potuto non dire la sua a proposito di una misura che ha importanti conseguenze per molti dirigenti scolastici. Nella nuova legge di bilancio, all’articolo 99, si parla di dimensionamento scolastico. Come ha illustrato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara stamane, diminuirà il numero di scuole in quanto istituti giuridici e, insieme ad esso, il numero di dirigenti “in reggenza”.
“L’eliminazione delle reggenze è un fatto positivo, per cui ci battiamo da anni. Il problema è che si rischia di avere plessi lontani tra loro anche molti chilometri. Ciò costringe il preside a fare il globetrotter. Così facendo la sua presenza viene limitata a pochissime ore per settimana. Sarebbe difficoltoso per il dirigente far sentire la sua presenza in modo adeguato”, ha commentato, critico, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi.
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