“L’educazione la insegna la scuola, non la famiglia, questa visione è fallita”. Così Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, al convegno dell’Associazione nazionale presidi, ieri 17 novembre.
Una considerazione sul modello pedagogico-educativo che una scuola nuova dovrebbe assumere, nella direzione di una maggiore autorevolezza e di un minore autoritarismo, sostiene il presidente Anp, lamentando un’assenza o comunque una grande distanza dei genitori rispetto ai modelli educativi più validi e all’ipotesi di una scuola che abbandoni i compartimenti stagni delle discipline.
“Non dobbiamo essere nostalgici di una scuola autoritaria. In Finlandia non si boccia nemmeno. Il problema è che i docenti alle volte tendono a replicare i modelli che a loro volta hanno sperimentato da studenti; e che il genitore pretende e si aspetta quei vecchi modelli”.
E racconta: “Quando un insegnante non assegna compiti“, perché magari dà spazio all’ascolto, all’educazione in senso lato, agli aspetti emotivi della relazione alunno-insegnante, “il genitore viene da me a lamentarsi che il docente non lavora“.
Ma questo modo di concepire la scuola è vecchio, argomenta il numero uno dell’Anp, tipico dei regimi totalitari. “Può andare bene in Cina, non da noi. Si passi da un sistema autoritario a un sistema autorevole,” conclude.
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