“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore”.
Sono le parole di Gianni Rodari, di cui celebreremo il 23 ottobre 2020 i cento anni dalla nascita, chiudendo un intero anno di celebrazioni, che le scuole hanno progettato e implementato sin dallo scorso anno scolastico, organizzando laboratori di scrittura e di lettura dedicati al maestro più celebre della nostra storia.
Un anniversario che va ricordato con tutti gli onori per riconoscere al grande autore il merito di avere sottratto la letteratura per l’infanzia alla definizione di genere secondario, per farla approdare tra i generi maggiori, là dove la scrittura dell’assurdo o i giochi linguistici di Rodari non hanno nulla da invidiare agli esercizi linguisitici di Raymond Queneau o di Italo Calvino.
Di particolare interesse, dal punto di vista didattico, il lavoro di Rodari sulle fiabe classiche, materia prima per costruirci sopra le storie moderne (al modo in cui oggi fa in modo molto efficace anche Emma Dante), come avviene in Grammatica della fantasia, volume prezioso in quanto esempio di come ci si allena alla creatività e alle abilità di decostruzione e ricostruzione, decodifica e codifica delle strutture testuali, ridefinendo personaggi, temi, linguaggi.
In questo ottobre che vedrà il culmine delle celebrazioni per il centenario rodariano, Tecnica della scuola propone un webinar di formazione dal titolo La fiaba in Calvino e Rodari, a cura di Mariarosa Rossitto, in programma a fine ottobre. Sia Rodari che Calvino, entrambi scrittori e intellettuali di rilievo, si misurano infatti felicemente con il genere fiabesco, traendone suggestioni e spunti che saranno oggetto del corso nell’ottica di offrire ai docenti idee e materiali didattici facilmente spendibili in classe.
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