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Gianni Zen: macché negare i voti agli studenti, solo un “esperimento sociale” su due classi

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Gianni Zen, dirigente del liceo Brocchi di Bassano, chiarisce com’è nata l’idea di “congelare” le valutazioni studentesche “fino ai due giorni precedenti lo scrutinio finale”.

Il capo d’Istituto del liceo dell’alto vicentino, spiega alla “Tecnica della Scuola” che si è trattato solo di “un ‘esperimento sociale’, con protagoniste due classi della nostra scuola, le quali mi hanno chiesto se potevano, appunto, sperimentare il tema della legalità, tema-guida per loro di quest’anno”.

 

Qui di seguito, l’intervento chiarificatore.

Prendete dei ragazzi, di terza e quarta superiore (due classi di due indirizzi liceali diversi), presentate loro un bando della Regione Veneto sulla legalità, e chiedete se se la sentono di studiarlo, progettarlo e, in caso di vincita, di portarlo sino in fondo. Ovviamente con l’aiuto di alcuni docenti.

Così è successo a due classi del mio Liceo Brocchi.

Un percorso durato un intero anno scolastico che prevedeva anche la gestione di una assemblea degli studenti (lunedì 18 aprile), in una scuola che ne conta 2100. Compito non facile.

Preferire il solito intervento unilaterale, o, non piuttosto, costruirlo in modo diverso, in modo che porti ad un vero dialogo su legalità, regole, diritti e doveri? La vera “buona scuola”, ho pensato.

In vista di questa assemblea di istituto, i ragazzi mi hanno chiesto se acconsentivo alla pubblicazione non-ufficiale (solo in formato cartaceo, senza protocollo e senza pubblicazione sul sito) di due circolari che dovevano, in qualche modo, provocare alla riflessione.

Ho, come preside, acconsentito, preavvertendo, comunque, i docenti, via mail, di quanto stava succedendo.

Le due circolari prevedevano, in forma di diktat, la segretazione delle valutazioni, per spingere a studiare non per il voto, ma per il piacere culturale; e la riduzione, visti i ritardi delle programmazioni delle discipline, di cinque minuti della ricreazione.

Facile immaginare lo sconcerto, le proteste, ma anche i dubbi, data la vistosità del contenuto delle circolari, che non rispettavano norme generali, la prima, e il ruolo decisionale del consiglio di istituto, la seconda.

 I docenti sono stati al gioco, se così posso esprimermi, ma facile immaginare le difficoltà di gestione di alcune classi.

Dopo un giorno, così, ho deciso, d’accordo con i ragazzi delle classi del progetto, di svelare l’arcano. Intanto le notizie raggiungevano i livelli nazionali.

 

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Ecco, di seguito, la circolare riassuntiva, appena uscita sul sito della scuola:

 

“Immagino che tutti, al Liceo Brocchi, si siano chiesti, e si stiano chiedendo, il “perché” delle circolari “anomale” apparse in questi giorni.

            Ho registrato le più disparate reazioni, di tutti i tipi. Comprese belle riflessioni, solidi approfondimenti intorno alla legittimità di una decisione, al percorso di costruzione di una decisione, al diritto o meno del rispetto di una decisione, al valore e limiti, dunque, delle regole.

            Perché, è giusto che lo dica a tutto tondo, si è trattato di un “esperimento sociale”, con protagoniste due classi della nostra scuola, le quali mi hanno chiesto se potevano, appunto, sperimentare il tema della legalità, tema-guida per loro di quest’anno.

            I risultati, e le reazioni in tempo reale, di questo “esperimento sociale” sono stati documentati, via via, dagli stessi ragazzi, e diventeranno tema di riflessione in una assemblea straordinaria di tutte le classi, che si svolgerà la prima ora di lunedì 18 aprile. Gli studenti del percorso, a tal fine, hanno preparato una scheda guida per le assemblee di classe e, assieme ai rappresentanti di istituto e di sede, si muoveranno tra le classi per sostenere la discussione.

            In sostanza: nelle intenzioni dei ragazzi delle due classi, il senso della legalità e della responsabilità va rintracciato a partire dalle semplici azioni della vita quotidiana. La legalità, perciò, va rispettata, e fatta rispettare: tutti siamo responsabili della salvaguardia delle regole che sole ci possono consentire una sana convivenza.

            Come si vede, una bella proposta.

So delle discussioni, anche delle polemiche, che questo “esperimento” ha provocato. Cose previste.

            Mi interessa sottolineare, comunque, il fatto positivo che, con l’aiuto e grazie a questi nostri ragazzi, la sostanza di una discussione libera e aperta ha potuto prendere corpo nella nostra scuola.

            Forse era sbagliato il momento, secondo il parere di alcuni, per il rincorrersi, visti i tempi, di verifiche e quant’altro? Giusta obiezione.

Ma credo, anche, che le opportunità formative vadano colte quando si presentano, per dire ancora una volta che la scuola non è luogo di “produzione”, se mi posso permettere, di nozioni, informazioni, conoscenze, ma con-testo di maturazione anzitutto “culturale”, educativo, formativo. Un con-testo ricco, dunque, che solo può dare senso, spessore e significato ai vari “testi” (testo e con-testo).

Un grazie, dunque, a questi nostri ragazzi, per la bella “provocazione”, e ai loro docenti, che li hanno accompagnati in questo progetto.

Ed un grazie a tutti voi, per avere colto il valore di una riflessione sulla natura e sulle ragioni della nostra convivenza (una scuola è una comunità), secondo regole trasparenti e condivise”.

 

Gianni Zen, dirigente scolastico delliceo Brocchi di Bassano del Grappa e autore di diversi contributi pubblicati sulla Tecnica della Scuola.

 

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