Il ministro Giannini ha proposto un programma di dottorato congiunto tra le Università dei Paesi del G7 che favorisca la mobilità di giovani talenti, in particolare donne.
A comunicarlo è stato lo stesso ministro dell’Istruzione, attraverso la sua pagina Facebook, impegnato il 16 maggio a Tsukuba, in Giappone, dove è in corso il G7 Scienza e Tecnologia.
“Su un punto sono tutti d’accordo – ha scritto il responsabile del Miur – : nei sistemi educativi e della ricerca serve un maggiore coinvolgimento delle donne e delle ragazze”.
“È un tema che tocca tutti, anche un Paese avanzato come il nostro, dove le studentesse sono ancora troppo poche nelle facoltà scientifiche. L’ho ricordato anche in altre occasioni: in Italia solo il 38% delle ragazze indirizza il proprio percorso formativo verso le materie cosiddette Stem – scienza, tecnologia, ingegneria, matematica – ed è quindi più che mai necessaria un’opera di sensibilizzazione allo studio di queste discipline che permetta di superare pregiudizi e stereotipi, a partire dalle famiglie”.
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Giannini ha anche “rinnovato l’impegno dei nostri Paesi a rafforzare e coordinare meglio le attività di ricerca per far fronte a grandi sfide globali: l’invecchiamento sano e attivo, le malattie della povertà (in primis malaria, tubercolosi e HIV), il futuro dei nostri mari e oceani, lo sviluppo di energia pulita. Tutti temi su cui è indispensabile una sempre maggiore collaborazione fra i Paesi del G7”.
“In Italia – continua il ministro dell’Istruzione – abbiamo molte eccellenze in questi settori e sono priorità individuate anche dal nostro Programma per la ricerca. Nel nostro G7 dell’anno prossimo verificheremo i progressi compiuti e manterremo l’attenzione su tutti questi temi, soffermandoci in particolare su quello dell’invecchiamento attivo e sano, anche alla luce del progetto “Human Technopole” che sarà una nuova eccellenza italiana e mondiale in materia di genomica, analisi dei grandi dati e tecnologie umane”.
Per il 17 maggio, il G7 dei ministri dell’Istruzione si occuperà di altri due importanti temi: l’innovazione inclusiva, capace di favorire un modello di sviluppo che riduca le disuguaglianze sociali, e la scienza aperta, basata sul principio della massima apertura dei risultati della ricerca.
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