Il Ministro dell’Istruzione sa bene che far passare l’addio agli scatti di anzianità non sarà una passeggiata. Lo dice, senza mezzi termini, nel corso di un’intervista al settimanale Oggi, in edicola il 15 ottobre, durante il quale fa il punto sulle reazioni al progetto di riforma della scuola.
“I questionari compilati finora sono oltre 30 mila (un numero ancora inferiore alle attese n.d.r.). Mi aspetto le maggiori resistenze sulla questione della valutazione degli insegnanti, uno dei pilastri della riforma”, ammette Giannini.
“Me lo aspetto – continua il Ministro – perché il cambio è notevole, rispetto all’idea che si proceda nella carriera solo invecchiando. Avere stipendi diversi, in base ai risultati raggiunti, non è così scontato nel pubblico impiego, in Italia. Anzi, questo meccanismo potrebbe essere un riferimento per la pubblica amministrazione. Bisogna sostituire la cultura del merito alla retorica del merito. E mi aspetto un cambiamento da parte di quegli insegnanti, per fortuna una minoranza, che non fanno il loro dovere. Prevediamo una valutazione interna e una esterna alla scuola, secondo regole internazionali”.
Interpellato sulle “pagelle”, dietro richiesta di una autovalutazione il ministro dice: “Io mi do un giudizio medio-alto. Sempre migliorabile. Diciamo sette e mezzo. Sono secchiona e severa”. Quanto ai test universitari di Medicina, Giannini afferma di non aver “mai messo in discussione l’accesso programmato”: “metto in discussione la qualità di questa selezione. Per me il modello da seguire è quello francese, che prevede la selezione alla fine del primo anno. Oppure anche prima, unificando anche le discipline annuali al primo semestre”. Resta da capire se tale modello, per l’Italia davvero innovativo, possa essere introdotto già con le selezioni del prossimo anno accademico.