“Essere passati dalla cultura del povero precario alla responsabilità pericolosa e coraggiosa di 100mila assunzioni in tre mesi, ordinatamente, è stata una cosa sbagliata?”.
A chiederlo alla platea della Leopolda, il 12 dicembre, rispondendo al question time con il pubblico è stato il ministro per l’istruzione Stefania Giannini (su altri argomenti lo stesso giorno lo hanno fatto anche i colleghi Delrio Padoan e Franceschini).
Per il titolare del dicastero di viale Trastevere sembra assurdo che si contesti l’intero impianto della riforma: pure le 100mila assunzioni, poi ridotte a 87mila perché non vi erano più precari nelle graduatorie ad esaurimento e di merito: l’assunzione di tanti docenti precari della scuola, ha chiesto ancora provocatoriamente Giannini, è stato “un errore o è un passo di civiltà?”.
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“Si è parlato molto delle assunzioni nella scuola. Oggi faccio io una domanda a voi”, aveva detto la responsabile del Miur parlando anche di diritti studenteschi.
“Non abbiamo nel nostro Paese un diritto allo studio efficace ed efficiente. Un primo passo si fa con la legge di stabilità, un secondo si farà se daremo alle Università la possibilità di dare le borse di studio direttamente”.
“Un terzo passo fondamentale – ha Giannini – è creare università che siano veramente competitive”. “La Buona scuola – ha poi aggiunto parlando della riforma – è una cosa in cui crediamo fortemente, anche se poi la miglioreremo”.
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