Subito, spiega Giannini, “l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza degli edifici. È assurdo, per non dire di peggio, che lo Stato non si curi dell’integrità di chi lavora nella scuola e, ovviamente, dei nostri ragazzi. Sono loro il nostro futuro. Il secondo aspetto è la ricerca.”
“L’istruzione e la ricerca devono diventare centrali nel programma e nell’azione di governo.”
“Bisogna fare una rivoluzione politica e culturale: partire dalle esigenze del Paese per arrivare alle risorse e non solo viceversa”.
Per la ministra tuttavia i problemi della scuola sono: “la mancanza di merito. Oggi tutto è affidato alla buona volontà del singolo docente. Che non viene mai premiato se lavora con impegno e con passione. Questo produce demotivazione anche nelle persone migliori. E allora bisogna introdurre il merito. Il merito postula la valutazione dei docenti, l’autonomia dei singoli istituti e la fine della carriera unicamente per scatti di anzianità”. Per questo, postula Giannini: “più che l’idea di tagliare una materia di qua o di là, vorrei si ragionasse di più su un approccio interdisciplinare delle materie, che mi sembra la vera questione da approfondire”. E infatti, sulla riduzione di un anno alle superiori, dice di non essere del tutto “contraria ad abbreviare il cursus scolastico per uniformare l’Italia agli altri Paesi europei. Ma anche qui non è che si risolve il problema tagliando un anno dalle superiori. Bisogna fare una valutazione complessiva su tutto il sistema”, mentre “non ci deve essere un conflitto pubblico e privato, ma un sistema pubblico articolato al cui interno ci siano scuole statali e scuole non statali”.