Per l’ex ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, gli emandamenti approvati al Senato sul ddl ‘La Buona Scuola’ hanno peggiorato il contenuto complessivo del testo. E sono stati approvati con un metodo davvero poco urbano.
“Sotto il ricatto della mancata assunzione di 100.000 precari – dichiara l’ex ministro – il Ddl Scuola approvato in Senato con la fiducia è un provvedimento decisamente peggiorato rispetto a quello trasmesso al Parlamento dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, già annacquato rispetto al documento programmatico della “Buona Scuola”.
Gelmini non le manda a dire: “Il Governo ha svuotato il provvedimento a ogni passaggio parlamentare e ancora più inspiegabile è l’inutile atto di forza finale con la fiducia”.
“Il risultato – persegue il parlamentare di Forza Italia – è un numero limitato di assunzioni aggiuntive rispetto ai posti vacanti e disponibili che sarebbero stati coperti lo stesso in virtù del piano assunzionale approvato dal governo Berlusconi e prorogato dal Ministro Carrozza, senza dover ricorrere a una finta riforma per le immissioni in ruolo ope legis, aggiunge Gelmini. Per tacere dei poteri ai presidi, ulteriormente sviliti a favore di un collegialismo anni ’70, lo stesso che verrà utilizzato per la valutazione degli insegnanti ai quali si assicurano premi per 200 milioni da dividere fra 800 mila dipendenti! Si conferma invece la logica capovolta del provvedimento: non assunzioni calibrate in base al fabbisogno, ma un pacchetto predeterminato sulla base della falsa illusione per cui l’eliminazione delle Gae avrebbe risolto il problema del precariato nella scuola”.
“Peraltro – conclude – occorrerà uno sforzo importante della macchina amministrativa per procedere alle assunzioni e alla effettiva immissione in ruolo a partire dal prossimo anno scolastico considerato il grave ritardo. Ora il provvedimento ritorna alla Camera. Nessuna esitazione da Forza Italia schierata convintamente contro questo disegno di legge se non saranno accolte le nostre richieste di modifica”.
Il messaggio della Gelmini, tuttavia, non dovrebbe aver seguito: il testo è infatti praticamente blindato, si dovrebbe approvare in via definitiva entro una settimana, perchè gode di un’ampia maggioranza e di un Pd che improvvisamente sembra aver fatto quadrato sulla riforma, avendo appena comunicato che alla Camera non presenterà un emendamento.