“Dal primo settembre 2016 ci saranno diecimila insegnanti in più nelle discipline artistiche e storiche”.
A ricordarlo – facendo riferimento alle nuove classi concorsuali e al concorso per titoli ed esami con oltre 63mila posti banditi – è stato, il 19 marzo, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a Perugia, nel corso dello workshop organizzato nell’ambito del Progetto Cultura in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Giannini ha tenuto a dire che, a differenza di quanto è stato fatto sino ad oggi, “agiremo non solo sul piano della quantità, ma soprattutto su quello della qualità“.
Perché “ci stiamo spostando da una posizione quantitativa, che ha prodotto solo fallimenti, ad una qualitativa”. Per dimostrare come il Governo abbia “invertito la tendenza”, il ministro ha portato alcuni esempi.
{loadposition eb-valore-formativo}
Come il “non aver aggiunto più ore di una disciplina, né tanto meno averle eliminate, o più specializzazioni, ma di aver lavorato sull’autonomia scolastica e sul potenziamento della conoscenza in campo artistico, culturale, linguistico e musicale”.
Il ministro si è poi soffermato sull’importanza dell’alternanza scuola-lavoro sia nei licei sia negli istituti tecnici “come nuovo modello educativo in grado di colmare il gap fra il sapere il fare“. Perché, ha detto ancora Giannini, “se c’è separazione tra mondo della conoscenza e mondo del lavoro non si può mai arrivare alla contaminazioni di saperi oltre che di attività”.
Il ministro Giannini ha poi valutato positivamente i rapporti fra il suo dicastero e quello dei Beni Culturali, auspicando di ” superare la distanza tra i due ministeri, della cultura e dell’istruzione, per valorizzare le contaminazioni piuttosto che le separazioni”.
Secondo Giannini tutto questo “è un primo passo, un segnale di cambiamento di orizzonte anche in tema di educazione alla cultura. A Pompei siamo riusciti a coinvolgere 1.300 studenti che diventeranno i primi consapevoli gestori di questo patrimonio”.
{loadposition facebook}