In occasione della “Giornata internazionale delle persone con disabilità”, 60 studenti, hanno incontrato il ministro Stefania Giannini e il sottosegretario Davide Faraone.
L’incontro aveva lo scopo di portare in risalto i problemi degli studenti disabili italiani, che hanno “interrogato” i due esponenti del Ministero dell’istruzione per provare a migliorare la vita degli studenti diversamenti abili dentro e fuori le mura scolastiche.
L’evento è stato ospitato dalla Camera e ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Senato Pietro Grasso e della Presidente della Camera Laura Boldrini. Sono intervenuti anche i Presidenti delle Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato, Flavia Piccoli Nardelli e Andrea Marcucci. Anche loro hanno risposto alle domande dei ragazzi.
Nel corso di un vero e proprio question time, gli studenti si sono confrontati con il Governo e le Istituzioni, proponendo i quesiti e le idee che avevano elaborato nei giorni scorsi, durante la riunione preliminare al Miur.
I temi trattati sono stati principalmente: accessibilità di spazi e contenuti didattici, qualità della vita scolastica, capacità della scuola di incidere sulla realizzazione personale dei ragazzi, proposte per il miglioramento delle politiche di inclusione.
“Dobbiamo sostituire la retorica dell’inclusione con la cultura dell’inclusione, questo è il passaggio politico” ha dichiarato il Ministro Giannini, aggiungendo che garantire l’accessibilità “significa abbattimento delle barriere fisiche e creazione di situazioni di adeguatezza. Un impegno che la legge 107, la Buona Scuola, si è assunta – ha proseguito Giannini -.
“Le leggi, continua il ministro Giannini, devono essere portatrici di valori. Questa legge, con tutte le imperfezioni che ci sono e di cui prenderemo atto, porta dei valori. Siamo consapevoli dello sforzo fatto e il nostro è un impegno preciso, mirato, per un obiettivo non irrealizzabile: che le scuole siano tutte adeguate come voi volete, che tutto il personale sia pronto e preparato e che la società sia matura e solida su questi valori. Siamo contenti di aver fatto il primo passo”, conclude il ministro dell’istruzione.
“L’inclusione è un affare di tutti – ha aggiunto il Sottosegretario Faraone -. Favorirla non deve essere compito specifico di un insegnante di sostegno. Il sostegno si fa alla classe, alla scuola, non al singolo alunno. Per questo abbiamo previsto con la Buona Scuola, e lo renderemo ancora più effettivo con la delega alla quale stiamo lavorando, una formazione obbligatoria per tutta la comunità scolastica”.
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