«Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un calo dei finanziamenti pubblici all’Università, in particolare nel quinquennio 2010-2014, noi abbiamo messo un segno “piu” con questo governo»
Così il ministro dell’Università e ricerca, Stefania Giannini, al convegno del Pd “Più valore al capitale umano”.
Per Giannini, l’inversione di tendenza è avvenuta nel 2014 ed è proseguita nel 2015: «Nella Legge di stabilità ci sono due misure: sono solo l’inizio, un sentiero, che deve aprire all’alta velocità, e che danno già una risposta in tal senso».
Giannini ha ribadito che «questo governo non solo non ha tagliato risorse al settore, ma anzi le ha aumentate diciamo di un uno per cento».
La ministra ha spiegato che «sono confermati i fondi del Foe e in più ci sono 172 milioni per i mille ricercatori e le 500 cattedre di eccellenza cui si aggiunge lo sblocco dei ricercatori di tipo ‘À per tutte le università’ italiane. Si tratta di misure – ha concluso Giannini – che favoriranno altri investimenti e che ci fanno dire che gli stanziamenti al settore ammontano a un più uno per cento».
Parlando di ricerca, la ministra ha avuto parole d’elogio per le eccellenze del Friuli Venezia Giulia. «Questa Regione – ha spiegato – ha un distretto di Ricerca avanzata raro in Europa e competitivo nel mondo. Parlo del triangolo triestino Sincrotrone-Sissa-Area science park. È quindi una regione che attrae cervelli dall’Europa e dal mondo».
Secondo la ministra, poi, «il tema che ci sia una mobilità dei talenti se viene letta come fuga dei cervelli è un qualche cosa che attiene al passato. Noi dobbiamo invece essere in grado di attrarre i cervelli degli altri paesi – ha spiegato – e la misura delle 500 cattedre di eccellenza è anche per questo.
Allo stesso tempo dobbiamo valorizzare i migliori che sono nel nostro paese perchè la competizione si fa a livello internazionale – ha concluso la ministra – e non ci sono misure per gli stranieri e per gli italiani».
Ma è pure scattata una doppia contestazione – da un lato quella friulanista e dall’altro quella degli studenti – che ha caratterizzato l’avvio dei lavori del convegno.
Su un lato di via Gemona, chiusa al traffico, protestano i friulanisti con le bandiere del Friuli storico che scandiscono slogan contro il rettore Felice De Toni per aver permesso un incontro politico all’interno dell’Università
Sull’altro lato della stessa via Gemona, invece, protestano gli studenti scontenti del decreto “Buona università”.
Al convegno, oltre alla ministra hanno partecipato anche la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, numerosi rettori italiani e docenti delle università del Friuli Venezia Giulia e del Triveneto. (Da Il Messaggero Veneto)
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