La rassicurazione arriva direttamente dal presidente Renzi: le assunzioni non sono a rischio.
Ma poi ad un giornalista che nel corso della conferenza stampa post-consiglio pone una domanda alla Giannini (“Quale istituto normativo avete in mente per le assunzioni e quante saranno?), la risposta non è delle più chiare: sui numeri – dice il Ministro – è stato detto di tutto e di più, vedremo; e anche per quanto riguarda lo strumento che useremo si saprà martedì prossimo.
Insomma, o le idee sono ancora confuse oppure Giannini si è un po’ stufata di parlare e di vedersi smentita poche ore dopo.
Certo è che la “promessa” di Renzi non sarà facile da mantenere. Proviamo a fare due conti.
Il disegno di legge sarà licenziato dal Governo il 10 marzo (salvo ulteriori ritardi); nella migliore delle ipotesi potrà essere depositato in Parlamento a metà mese e verso il 20 potrebbe iniziare il proprio percorso nelle Commissioni. Se non ci saranno intoppi potrà essere approvato dalla Camera (o dal Senato, a secondo di dove inizierà il percorso) non prima di fine aprile. Poi si dovrà passare all’altro ramo del Parlamento che potrebbe impiegare un altro mese e a sua volta proporre qualche modifica.
Si arriva a fine maggio e, in caso di modifiche, si deve ritornare nel primo ramo per l’approvazione definitiva. In pratica si arriva a metà giugno. Diamo per scontato che il provvedimento venga pubblicato in Gazzetta nell’arco di una settimana. Se anche l’entrata in vigore della legge fosse contestuale alla pubblicazione, siamo alle metà di giugno (ma i nostri calcoli sono molto ottimistici).
L’ipotesi più probabile, quindi, è un’altra: la legge non potrà essere approvata in tempo per consentire di effettuare le assunzioni già a settembre e quindi le risorse stanziate per il 2015 potranno essere spostate in gran parte sul 2016. Con tutte le conseguenze del caso.
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