Home Politica scolastica Giannini: il piano di Confindustria è in linea col Governo

Giannini: il piano di Confindustria è in linea col Governo

CONDIVIDI

Breaking News

March 31, 2025

  • La scuola è laica e l’ora di religione è un “fardello”: gli atei contro Valditara, concorsi, Bibbia. Snadir replica: ignorano l’essenza dei 60 minuti 
  • Contratto scuola, Fracassi (Flc-Cgil) non ci sta: “Con le risorse in campo l’aumento sarebbe di 60 euro, ci vuole uno stanziamento aggiuntivo” 
  • “Adolescence”, lezioni anti-misoginia nelle scuole inglesi. E in Italia? “Per i prof vederla è aggiornamento professionale” 
  • Fine Ramadan, anche quest’anno resta chiusa la scuola di Pioltello: alcuni genitori non ci stanno 

All’interno delle cento proposte di Confindustria per una riforma del sistema dell’education il ministro Stefania Giannini ha trovato “alcune parole chiave e temi che sono anche la linea guida del rapporto “la buona scuola’ presentato dal governo”.

Il responsabile del Miur, intervenendo alla “prima giornata dell’education” in via dell’Astronomia, a Roma, dove Confindustria ha presentato la sua proposta di riforma, ha sottolineato di apprezzare almeno in parte il piano presentato dagli industriali, definendolo “una proposta autonoma” che “arricchisce” il progetto del Governo.

Senza entrare nei particolari, il Ministro ha detto che “i temi che ci stanno a cuore sono merito, valutazione e competenze”. Resta da capire cosa pensa, però, Giannini su alcune proposte di Confindustria, davvero sconvolgenti rispetto all’attuale sistema.

In particolare, sarebbe utile comprendere la posizione del Ministro e del suo entourage sulle seguenti proposte degli industriali:

  1. “ridurre di un anno la durata del curriculum scolastico, da 13 a 12 anni”;
  2. “porre termine all’iper-centralismo del Miur con un’effettiva autonomia responsabile delle scuole nella gestione didattica, organizzativa, finanziaria”;
  3. “permettere alle scuole di scegliere organico e insegnanti abilitati dal ministero”;
  4. “affidare maggiori poteri ai dirigenti scolastici nella gestione di risorse umane e finanziarie”;
  5. il “governo” da parte del Miur deve diventare “di sistema e a distanza”, con “compiti di finanziamento, indirizzo, controllo e valutazione dei risultati”.
  6. ridurre al minimo o eliminare gli Istituti Secondari Superiori”.

Su questi punti gli industriali hanno preso posizione netta, sarebbe bene che anche i vertici dell’amministrazione scolastica facciano altrettanto.