Sembrerebbe in arrivo il provvedimento ministeriale che permetterà a centinaia di migliaia di docenti precari di aggiornare la loro posizione nelle graduatorie d’Istituto. È quanto si deduce dall’intervista rilasciata il 29 aprile dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, al Corriere della Sera. Il Ministro sottolinea di aver pronto il decreto per l’aggiornamento triennale delle graduatorie di Istituto, attraverso cui, sottolinea, i neoabilitati con tirocini formativi attivi “avranno un pacchetto di punti in più”. Una notizia che non farà di certo piacere ai prossimi 70mila abilitati con i Pas, anche se questi possono contare su almeno tre anni di servizio di cui solo in rari casi i ‘tieffini’ risultano in possesso.
Nell’intervista, Giannini, annuncia anche l’indizione di un nuovo concorso a cattedra da 17mila posti (pochi giorni fa aveva però parlato di 14mila posti) per il 2015, fatto salvo l’assorbimento dei vincitori 2012.
Sempre nel colloquio con il primo quotidiano nazionale, il Ministro parla della volontà di attuare dei cambiamenti radicali per rilanciare l’istruzione pubblica. “Siamo una maggioranza che ha il suo perché – spiega – in quanto intende cambiare strutturalmente il Paese non solo sul lavoro ma anche sulla scuola”. Il primo ‘cantiere’ da aprire è quello sulla “valorizzazione della funzione docente”. E per tagliare con il passato in modo radicale, con la carriera e gli aumenti distribuiti a tutti, si rifà ad un modello d’oltre confine: “se vogliamo una scuola di qualità bisogna poter premiare il merito dei singoli prof. Ci sono i test Invalsi che misurano i risultati delle scuole, ma penso anche al modello anglosassone basato sulle visite degli ispettori e al coinvolgimento dei dirigenti scolastici”.
Il secondo ‘cantiere’ riguarda il “rilancio dell’istruzione tecnica e della formazione professionale. Abbiamo intenzione di aprirlo a figure esterne al Ministero, in particolare ai rappresentanti del mondo imprenditoriale”.
Si tratta di provvedimenti rilevanti. Avrà Giannini la forza politica e i finanziamenti adeguati per realizzarli? È tutto dire, per tornare al merito dei docenti, che la scuola italiana sta ancora aspettando i 59 ispettori, annunciati da tempo, che avrebbero dovuto dare manforte all’Invalsi.
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