Ad un anno e mezzo di distanza dall’ultima visita, il ministro Stefania Giannini torna a Catania. Un doppio appuntamento: l’Istituto ‘Angelo Musco’ a Librino e il carcere minorile a Bicocca.
“E’ un impegno che presi un anno e mezzo fa, in una delle mie prime uscite da ministro – ha detto Giannini nel corso della cerimonia -. Mi resi conto, sul posto, di quanto fosse importante il presidio di una scuola che lì non c’era. Il sindaco e l’assessore di Catania mi hanno portato a Roma le carte necessarie per l’istituzione di un onnicomprensivo a Librino, in passato rigettata, e io ho fatto in modo, nel pieno rispetto delle regole, di fare questa ‘eccezione virtuosa’ in tempi molto rapidi. Un’operazione – continua il ministro – che rientra tra l’altro nelle priorità ricordate dal presidente Renzi alla Leopolda, quando parla di ridare valore alle periferie con un ruolo decisivo della scuola.
Sfido a trovarne un altro governo – ha aggiunto – che abbia potuto fare una cosa di questa portata. Del ritardo ce ne faremo carico e sicuramente sarà risolto a breve. Penso che la garanzia della stabilità del lavoro, la possibilità di progettare il loro futuro su un percorso lineare e con il concorso che partirà nelle prossime settimane darà 63 mila opportunità ad una platea di 200 mila persone”.
Successivamente il ministro si è recato nel carcere minorile di Bicocca.
“Dopo Bologna – conclude –, per me è la seconda visita dentro un carcere minorile. È importante per rilanciare la funzione fondamentale di recupero delle esperienze di ragazzi che hanno preso delle strade sbagliate. La speranza è che quello che stanno imparando lì dentro possa essere l’inizio di una vita diversa”.
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Non sono mancati momenti di tensione. Infatti 10 studenti sono stati indentificati presso la questura dopo alcuni tafferugli scoppiati in piazza Alcalà. Fanno parte di gruppi estremisti di destra e di sinistra, scesi in piazza per manifestare contro il Ministro. Alcuni di loro sarebbe finiti al pronto soccorso per farsi medicare.
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Ha protestato anche il Coordimento catanese contro la 107: “L’Italia ha bisogno di più scuole, più tempo pieno, locali sicuri e dignitosi” – afferma Nino De Cristoforo (Cobas) -. Con la ‘Buona Scuola’ il governo Renzi hanno assestato un colpo mortale alla scuola pubblica statale. Calano gli investimenti e viene messa in discussione la funzione stessa della scuola. Per il bene del Paese – conclude – è necessario abrogare la legge e dare vita ad una vera riforma della scuola. Da gennaio ci attiveremo, con le altre forze sindacali, per presentare dei quesiti referendari di abrogazione di alcuni aspetti della riforma come ad esempio la figura del preside manager o la rimodulazione delle competenze del comitato di valutazione”.
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