“L’Italia forse ha qualche resistenza al cambiamento che, sempre si manifesta come in tutti gli organismi vivi, quando si dà una medicina forte che si capisce che fa superare la patologia e poi ti libera anche dai molti problemi che la patologia stessa ha indotto in tutti i settori.”
“Questa resistenza la sentiamo noi che abbiamo lanciato la buona scuola, la sentono altri colleghi su altri dossier altrettanto delicati ed importanti come quello del lavoro. Noi dobbiamo essere coraggiosi ed ambiziosi”.
I bambini di seconda elementare da quest’anno “hanno iniziato a studiare l’inglese anche le altre discipline per accelerare il proprio apprendimento della lingua straniera, e, secondo Giannini, si può arrivare a questo metodo, noto come Clil, anche in prima elementare.
“Abbiamo introdotto la seconda lingua anche attraverso la modalità clil, già in seconda elementare, ma possiamo arrivare anche alla prima elementare”. Tra gli strumenti per migliorare l’insegnamento delle lingue, c’è la necessità, ha aggiunto Giannini, di avere più docenti con una preparazione specifica: “molti hanno un certificato in lingua come altra materia, ad esempio un professore che insegna fisica, ma ha c2 di inglese.”
Per Giannini, poi, “il bilinguismo o il multilinguismo è un obiettivo irrinunciabile. Il nostro Stato non può tirarsi indietro. Il 50% dei cittadini europei dichiara di utilizzare, e solo occasionalmente, una seconda lingua. A livello italiano, a partire della scuola primaria, bisogna garantire un insegnamento diffuso, studiare anche attraverso una lingua straniera.
Altro tema è la mobilità.
“Le lingue si imparano con metodologia corretta e mobilità tra parlanti, la full immersion. L’Italia è un contesto di raro monolinguismo, nel quadro dell’Unione Europea”.