La ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015-16 dell’Università degli studi Roma Tre, a proposito di alcune misure che saranno contenute nella Legge di Stabilità, specifica che queste avranno l’obiettivo di rafforzare e migliorare il settore.
“Un pacchetto di misure che suonano il campanello e danno un segnale molto forte e di responsabilità che bisogna assumere anche in questo settore. Tra queste, importante è investire su quelle dell’incremento dell’organico per far sì che le università possono assumere i giovani”.
E soprattutto, misure di concerto con tutti gli attori del settore “per contrastare la perdita di studenti che, in termini di immatricolazioni, hanno fatto registrare una perdita di 70mila unità negli ultimi 5 anni”. Per una università del futuro, innovativa e all’avanguardia, ha spiegato il ministro, “dobbiamo puntare su alcuni fattori fondamentali” tra questi “capire che il modello di istruzione otto/novecentesco – basato sulle acquisizioni delle conoscenze senza l’effettiva applicazione – è ancora valido solo se integrato con le altre competenze più pratiche”.
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A questo proposito e sulla scia dell’alternanza scuola-lavoro contenuta nella legge 107, “è bene che gli atenei entrino nell’ottica di automunirsi – ovviamente con l’ausilio economico del Governo – di strutture che vadano in questa direzione”. L’università quindi deve essere “in primis un luogo di riferimento ‘fisico’ di aggregazione, di riconoscimento del territorio, oltre che di formazione”.
Questa forte identità deve essere controbilanciata da un’impostazione innovativa del modo di concepire l’istruzione e gli atenei stessi. Grazie alla digitalizzazione, all’avvio di diversi network e filiali dislocate in altri Stati se non addirittura continenti”. Necessario quindi, “come sta facendo Roma Tre, puntare molto sull’internazionalizzazione e sull’apertura a settori più innovativi”. Infine, il nostro Paese, ha aggiunto il ministro, “ha enormi potenzialità di attrazione di risorse umane e al contempo di valorizzazione di quelle interne”, questo grazie “alla sua posizione geopolitica nel cuore del mediterraneo che deve essere riconosciuta anche dall’Unione europea, come una risorsa e non più come un problema. Anche da questo punto di vista le università possono fare molto”.