La ministra per l’Istruzione, Stefania Giannini, nel convegno organizzato a Roma dall’Assobiotec, l’associazione che riunisce le aziende biotecnologiche italiane e che fa parte della Federchimica, ha detto che la ricerca è tornata ad essere una priorità del Paese, è al centro degli obiettivi del governo e sta per avere finalmente il suo Piano Nazionale, che potrebbe essere presentato “a breve”:
Il Piano Nazionale della Ricerca, che prevede un investimento medio annuo di 2,5 miliardi, “sarà presentato a giorni”, ha detto il ministro, e si concentrerà su alcuni temi prioritari, fra i quali lo spazio, la biomedicina e l’agricoltura. “Saranno – ha aggiunto – le tessere di un puzzle che ricomporrà l’unità della ricerca nel Paese” e che va nella direzione della “volontà politica di rimettere la ricerca e l’istruzione superiore al centro dell’agenda politica”.
La ricerca scientifica ha bisogno di più fondi, ma le risorse vanno assegnate a obiettivi selezionati: così la ministra risponde alla richiesta di aumentare il finanziamento per la ricerca al 3% del Pil, contenuta nella petizione lanciata nei giorni scorsi dal fisico Giorgio Parisi e che finora ha raccolto quasi 55.000 firme.
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“Appartengo alla comunità accademica e per questo non potrei non sottoscrivere la petizione”, ha detto Giannini nel convegno: “Dobbiamo fare nostro l’appello, abbinando alle maggiori risorse la qualità della spesa sulla base della selezione di obiettivi”, ha proseguito Giannini. “Le petizioni – ha detto ancora – vanno accolte e tradotte in policy, in politica”.
Nel frattempo continua a guadagnare spazi su riviste scientifiche internazionali come Nature e Science la petizione a favore della ricerca. Gli investimenti, secondo Giannini, vanno fatti “soprattutto a livello universitario, dove si fa il 75% della ricerca” e serve anche una maggiore partecipazione dei privati alla spesa per la ricerca, oggi pari allo 0,6% contro l’1,2 del finanziamento pubblico.
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