Il tema dei precari nella scuola “io l’ho definito una piaga e una patologia tutta italiana che nel ripensare la sfida educativa del Paese non poteva essere trascurata. Mi pare che i contenuti e i metodi che” la riforma della scuola varata dal governo Renzi “‘La buona scuola” prevede siano perfettamente in linea, ma anche anticipatori rispetto a quello che ha indicato la Corte europea. Credo che il governo stia abbinando al piano di assunzioni tutta una serie di elementi”. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini commentando a Radio 24 la sentenza della Corte di giustizia Ue che ha condannato le norme italiane sui contratti precari nella scuola. Secondo il ministro “prima di dare numeri bisogna leggere con attenzione questo primo passo, peraltro atteso, della sentenza della Corte europea: ci sarà poi una presentazione in Commissione delle misure che l’Italia ha attivato con una certa tempestività, ma non solo rispetto a questo tema che ci è noto e dalla cui consapevolezza siamo partiti”.
Poco dopo ecco il comunicato del Ministero di Viale Trastevere: “La necessità di dotare la scuola italiana di tutti gli insegnanti di cui ha bisogno, intervenendo in modo strutturale sul tema del precariato, a partire dalla piaga delle graduatorie storiche, è stata chiara al Governo fin dal suo insediamento. “La Buona Scuola” dà risposte che vanno oltre la sentenza di oggi, in cui si chiede di non utilizzare contratti a tempo determinato in modo reiterato per coprire posti “vacanti e disponibili”.
Il documento del governo prevede infatti un piano di assunzioni straordinario che a settembre 2015 porterà in classe circa 150.000 insegnanti, necessari per rafforzare e ampliare l’offerta formativa. Insegnanti che copriranno anche tutti i posti attualmente “vacanti e disponibili” di cui parla la sentenza.
Successivamente gli ingressi nella scuola avverranno solo per concorso con cadenza regolare, proprio per evitare che si crei altro precariato. Nel 2015 sarà emanato un bando da 40.000 posti circa. Con il Piano “La Buona scuola” si uscirà dalla logica emergenziale per entrare in un’ottica di prospettiva che guarda alle esigenze formative e didattiche dei nostri studenti e al diritto degli insegnanti di avere certezza su tempi e modi di accesso alla professione”.
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