La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, in occasione delle celebrazioni in Senato del Giorno della memoria delle vittime delle foibe, ha fra l’altro detto che la tragedia degli infoibati “è un dolore dell’Europa, è un dolore dell’Italia, ma oggi vogliamo far sì che sia anche il nostro dolore perché non sia mai dimenticato o taciuto. L’Italia non ha paura, in questo centenario della Grande guerra soprattutto, di affermare con forza che i nazionalismi che generarono la guerra generarono anche un dopo guerra fatto di prepotenze e di prevaricazioni. Il ministero dell’Istruzione che ho l’onore di rappresentare non ha paura di affermare con nettezza che l’atto compiuto nel 1923, quello che cancellò dall’insegnamento la lingua slovena e la lingua croata fu un’umiliazione inaccettabile e dannosa”.
“Il crimine”, che riguarda “migliaia di italiani vittime della pulizia etnica, derubati, spinti all’esilio o uccisi da un nazionalismo cieco”, “per troppi decenni è rimasto sigillato da un silenzio insopportabile. Per questo ogni anno vogliamo e dobbiamo infrangere il silenzio”, ha detto ancora Giannini.
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“Chi insegna tutto questo, in tutte le scuole italiane, anche quelle lontane dall’Istria e dalla Dalmazia, adempie al dovere della scuola, cioè dare ai nostri ragazzi quegli strumenti critici che servono a conservare consapevolmente il ricordo”. Nel corso della cerimonia la ministra Giannini e il presidente del Senato, Pietro Grasso, hanno premiato le scuole vincitrici del concorso “Identità e memoria”.
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