Come è noto il concorso per selezionare, su 200mila candidati, 63.700 vincitori sta suscitando non solo polemiche ma anche indignazione, tutte raccolte dai sindacati, e da alcuni particolarmente predisposti, che stanno preparando secchiate di ricorsi, pronte per essere gavettonate dentro le stanze del Miur.
Questa ingarbugliata situazione è stata messa in evidenza dai giornalisti di Radio 24, ai cui microfoni si trovava la ministra Giannini: “Noi stiamo impostando questo lavoro in modo molto serio e rigoroso, in modo che sia una selezione tra pari, corretta ma anche severa. I numeri parlano da soli, il concorso offre un’occasione ad una platea amplissima, oltre 200mila i candidati previsti per 63.700 posti. Credo che impostare questa straordinaria opportunità che sulla base della Costituzione italiana finalmente viene restituita al mondo della scuola fra tribunali amministrativi e carte bollate è una scelta che i sindacati sono liberi di fare, ma credo che non sarebbe una scelta vincente e la direbbe lunga sulla loro visione del mondo”.
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Ma come mai ogni intervento che si fa sulla scuola finisce fra centinaia di ricorsi e battaglie in tribunale?
“Non è solo un male della scuola, è un virus che nel nostro paese si è molto esteso, soprattutto nel comparto pubblico per evidenti motivi anche di formalizzazione dell’accesso, delle regole che sono alla base dei contratti di lavoro. Credo che sia un cambiamento culturale che dobbiamo fare e il nostro forse è il settore che ha il potenziale di successo maggiore e anche la responsabilità maggiore”.
Da qui l’appello ai sindacati del ministro Giannini: “Approfittiamo insieme di questa straordinaria opportunità per dare alla scuola quello di cui ha bisogno: giovani che regolarmente possano confrontarsi con i loro talenti e la loro vocazione per fare quello che – senza retorica, io lo faccio all’università ma la sostanza è la stessa – è uno dei mestieri più belli del mondo”.