Leggere agli alunni un libro che racconta il rapporto omosessuale tra giovani calciatori, pure in modo esplicito, non deve far gridare allo scandalo.
L’importante è che la scelta della scuola rientri in un progetto didattico realizzato dall’Istituto, nel rispetto dei principi dell’autonomia scolastica.
A ribadirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo all’interrogazione parlamentare presentata due anni fa giorni dai deputati centristi Eugenia Roccella, Raffaele Calabrò, Barbara Saltamartini (poi passata alla Lega) e Alessandro Pagano, a seguito della decisione dei docenti del liceo ‘Giulio Cesare’ di Roma di proporre agli studenti il romanzo di Melania Mazzucco ‘Sei come sei’.
Il fatto provocò diverse reazioni negative, anche dal sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi. Approdò poi in Parlamento, con commenti diversificati. E ora arriva la risposta del ministro a capo del dicastero dell’Istrizione.
“Nelle prime classi del ginnasio (frequentate quindi da studenti minori di sedici anni), gli allievi -lamentavano i quattro parlamentari- sono stati obbligati a leggere un romanzo, dal titolo ‘Sei come sei’ della scrittrice Melania Mazzucco, nel quale sono descritte con crudezza di linguaggio scene esplicite di sesso“.
Un libro che “non può essere annoverato tra i classici della letteratura fatti leggere nelle scuole italiane accanto ad opere del livello della ‘Divina Commedia’, dei ‘Promessi Sposi’, dell”Iliade’, dell”Eneide’, dell”Odissea’ o di opere contemporanee di indiscusso valore letterario”.
Nel mirino degli interroganti “il tema dei rapporti sessuali tra ragazzi dello stesso sesso trattato con crudezza di immagini ed un linguaggio particolarmente sguaiato” e “il delicato tema della procreazione assistita per coppie omosessuali trattato in termini che appaiono grossolanamente brutali”.
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La decisione di proporre il romanzo sarebbe avvenuta senza il coinvolgimento dei genitori, ai quali la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo attribuisce “il diritto di priorità nella scelta di educazione da impartire ai propri figli”, e violando il diritto alla ‘corresponsabilità educativa’ “previsto dalle ‘linee di indirizzo sulla partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa’, diramate dal ministero dell’Istruzione”.
Di qui la richiesta di Roccella, Calabrò, Saltamartini e Pagano al ministro Giannini di iniziative “perché non si violi la libertà e la responsabilità educativa dei genitori, soprattutto in ambiti delicati” come questo e perchè fatti di questo tipo “non accadano più in futuro nelle scuole pubbliche del nostro Paese”.
Giannini ora dice, spiega l’Adnkronos, di aver svolto “tutti gli accertamenti del caso” all’indomani delle polemiche scoppiate sulla vicenda, acquisendo dall’ufficio scolastico regionale per il Lazio “una dettagliata relazione con ampia documentazione a supporto”.
Ebbene, per il responsabile del Miur, le indagini ministeriali hanno accertato che la lettura del romanzo “è stata prevista nell’ambito di un progetto denominato ‘Invito alla lettura’, condiviso tra studenti, professori e famiglie, iniziato già da due anni, e che fino a quel momento erano stati proposti 21 testi tra classici, moderni e contemporanei. Tale progetto affrontava, in particolare, tutte le situazioni di diversità, ivi comprese le differenze di nazionalità e quelle religiose”.
Il ministro dell’Istruzione ricorda, infine, agli interroganti che “le scuole godono di autonomia, che si esplicita nella facoltà di scegliere metodologie, strumenti didattici, modalità e tempi dell’insegnamento ‘nel rispetto degli obiettivi del sistema nazionale di istruzione e degli standard di livello nazionale'”.
Giannini rammenta, infine, che “il concetto di autonomia richiama un sistema organizzativo che fa della scuola una comunità educante, nell’ambito di standard di qualità fissati a livello nazionale, e comporta da parte delle singole istituzioni scolastiche la costante interazione con tutte le componenti del processo educativo: personale della scuola, studenti e genitori, in linea con i principi enucleati nella nostra Costituzione”.
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