Le mancate assegnazioni delle cattedre ai supplenti sono un fatto fisiologico, non c’è da preoccuparsi perché non stiamo a Natale.
Lo ha detto a Firenze il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine degli Stati Generali della Lingua Italiana, rispondendo ai giornalisti che le chiedevano il parere sui malumori crescenti che in diverse regioni si stanno producendo per via dei ritardi delle nomine su posti vacanti.
“Non è un ritardo, perché ogni anno l’inizio dell’anno scolastico ha un periodo di completamento che va fino alla fine di questo mese: quindi sarebbe un ritardo se fossimo a Natale con questa situazione, e non sarà così”.
I cronisti hanno anche puntato il dito sulla mancata assegnazione dei docenti di sostegno, che non sarebbero presenti in vari istituti. “Gli insegnanti di sostegno sono aumentati del 13% con la legge 107, con la ‘buona scuola’ – ha replicato il ministro – e quindi questo è un dato oggettivo che va considerato e fa sempre parte della politica generale del governo e dell’attenzione anche ai bisogni educativi speciali”.
Giannini ha tenuto a sottolineare che quello attuale è un anno particolare: “chiaramente quest’anno, lo dico per l’ennesima volta, uno straordinario piano di mobilità che ha messo in moto duecentomila insegnanti nel Paese ha fatto sì che in alcune aree sia stato più complesso il problema dell’assegnazione delle cattedre. E’ un qualcosa che si risolverà nelle prossime settimane”.
Quindi, da parte del responsabile del Miur c’è l’impegno a chiudere con le supplenze entro la fine di ottobre, quindi entro due settimane. Una notizia che sembra rassicurare i precari, ma soprattutto le tante famiglie che ancora oggi si ritrovano i figli senza tutti i loro docenti. Su una situazione di mancate nomine che, è vero, gli altri anni era presente. Ma che non si protreava di certo così a lungo e in modo generalizzato. Un caso su tutti: quello che sta accadendo in Veneto.
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