“E’ un impegno del Governo occuparsi anche di istruzione superiore e di ricerca, con un metodo di rigorosa analisi dell’esistente, e di prospettiva, delle soluzioni per il futuro. Nel campo della ricerca i temi di sofferenza sono chiari e noti: c’è un eccesso di burocratizzazione nelle regole di accesso, di carriera e di interazione col resto del mondo e c’è una mancanza di rinnovamento dei giovani ricercatori”.
“Bisogna aumentare il tasso di laureati e migliorare le politiche sul diritto allo studio. Bisogna dare anche una quota significativa del fondo di finanziamento alle universitá in base al merito”.
Dunque, sottolinea Giannini, i punti fondamentali sono incentivare il diritto allo studio, valorizzare le eccellenze, garantire il merito e la premialità, sburocratizzare i processi e garantire il turnover.
“Sì fa meglio quando si è giovani, deve esserci un ricambio rapido e c’è bisogno che si possa iniziare a fare il ricercatore a 25 anni. Se riusciremo concretamente a portare questo processo, che ha messo la scuola al centro del dibattito della società, anche guardando all’istruzione superiore e quindi agli over 18- ha concluso Giannini- allora avremo anche una buona università e una buona ricerca”.
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