Home Politica scolastica Giannini: “Per il contratto i soldi servono, quindi li troveremo”

Giannini: “Per il contratto i soldi servono, quindi li troveremo”

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Ormai non passa giorno senza che il ministro Giannini ci offra una delle sue riflessioni su come affrontare i molteplici problemi del nostro sistema scolastico
In questa fase il Ministro è molto impegnata a mettere a punto una proposta sulla carriera dei docenti che intende sottoporre ai sindacati prima della pausa estiva.
E così, in una intervista al Messaggero, spiega:  “Non si può fare carriera nella scuola solo per anzianità: non è giusto e non è utile a rendere efficace ed efficiente il sistema formativo”.
E aggiunge: “La mia proposta sarà sul tavolo prima dell’estate. E conterrà tutti gli elementi per una buona valutazione che non può essere solo teorica, ma deve tradursi anche in premi concreti a chi li merita”.
Ma i soldi, dove sono ?
E qui, Stefania Giannini supera se stessa e annuncia senza esitazione: “Li troveremo, perché servono”.
Dunque, proviamo ad esaminare sul piano logico la frase del Ministro e cerchiamo di comprenderne significato e conseguenze.
Punto primo: i soldi per il contratto servono e quindi vanno trovati.
Se ne deduce che finora, nei diversi casi in cui non si sono trovati, è solo perché, alla resa dei conti, non servivano.
Facciamo qualche esempio concreto, giusto per capirci.
Docenti e Ata di “quota 96”: i soldi non sono ancora stati trovati, dunque perché non servono
Fondi delle legge 440/97 (sostegno autonomia scolastica): continuano ad essere tagliati, evidentemente sono inutili
Aggiornamento dei docenti: le risorse sono pressoché inesistenti, segno che si tratta di un capitolo di spesa inutile
Fondo di istituto: al di là delle parole e delle promesse continua ad essere decurtato; il motivo ? vedi sopra.
Viceversa possiamo ragionare anche così: facciamo l’elenco di ciò che è assolutamente indispensabile e invitiamo il Ministro a darsi da fare (con i fatti e non con le dichiarazioni) a trovare le risorse.
Incominciamo con due tre cose piccole piccole (di quelle, per intenderci, che secondo l’Europa avremmo dovuto aver già fatto entro il 2010): estensione del servizio di scuola dell’infanzia, completamento delle dotazioni tecnologiche (nelle scuole primarie molti laboratori funzionano ancora con vecchi “Pentium” che neppure un bambino di 3 anni vorrebbe in regalo), manutenzione ordinaria delle scuole e fondi minimi per il materiale di igienico sanitario (ormai il far portare la carta igienica da casa è la regola in quasi tutte le scuole italiane).
Comunque, non vogliamo essere disfattisti a tutti i costi. E quindi, da oggi, ci aspettiamo davvero che se una cosa serve, il Governo trovi i soldi per realizzarla. Senza dimenticare però la logica conseguenza: se il Governo non trova i soldi è perché alla fin fine non è poi così convinto che quella cosa serva davvero.