La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, parlando con i giornalisti, al suo arrivo a Firenze al terzo forum economico italo-tedesco, si è intrattenuta anche sule polemiche relative al presepe e ai canti natalizi nelle scuole.
“I presepi? Perché dovrebbero essere vietati? Siamo in uno Stato plurale, in una scuola plurale che accoglie e manifesta tutti i valori, di cui il presepe è simbolo non da oggi. Ovviamente non ci può e non ci deve essere nessuna imposizione al che una scuola interpreti il suo rapporto col Natale attraverso il presepe. Mi sembra un principio che si è sempre realizzato e che si mantenga”.
Giannini ha poi sottolineato che “la scuola non deve essere mai un luogo di ingenuità o di qualche vanità. Quindi, dobbiamo tenerla fuori dalle polemiche, dalle discussioni. Quello che conta è che la scuola sia il luogo, dove si valorizzano i valori di una comunità: sicuramente il Natale al di là che si sia credenti o non lo si sia, è un valore, è un momento di identità forte condiviso da tutto il mondo occidentale, ormai non solo. E, quindi, ciascuna scuola ha l’autonomia di interpretare questo come altri valori con gli strumenti di iniziativa che ritiene”.
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“Nel caso specifico, sui presunti divieti abbiamo fatto, come nostro dovere, quando si sospetta o si ritiene che ci possa essere un non rispetto delle decisioni collegiali, un intervento per capire. A Rozzano si è capito, non è successo nulla di tutto questo. Quindi, è il classico caso montato sul nulla”.
Ma ha risposto anche sul crocifisso in aula, che il sindaco di Castiglion Fiorentino ha imposto di rimettere in tutte le aule delle scuole del suo Comune.
“Il crocifisso è anch’esso un simbolo di identità religiosa, storicamente le scuole italiane, non tutte, avevano e hanno anche questo simbolo. Non credo che spetti al sindaco dare un’indicazione di questo genere, in ogni caso. Né su questo, né su altri temi”. “Il sindaco si occupa dell’edilizia, della salvaguardia delle strutture, non della presenza o meno dei simboli all’interno delle scuole”.
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