Inizia in salita il cammino del neo-ministro Stefania Giannini che già nella prime ore è partita all’attacco sulla questione del merito e degli automatismi stipendiali incassando subito lo stop dei sindacati e le proteste del web.
Molto accortamente Maria Chiara Carrozza all’inizio del suo incarico aveva affermato che prima di assumere delle posizioni avrebbe voluto ascoltare le voci del mondo della scuola per capire meglio difficoltà ed esigenze.
Va anche detto che Stefania Giannini arriva a Viale Trastevere in un momento difficilissimo caratterizzato da una quantità enorme di problemi irrisolti: contratto scaduto da anni, blocco degli aumenti legati all’anzianità, avvio del sistema nazionale di valutazione, progressiva riduzione delle risorse destinate al funzionamento delle scuole, organici che non tengono il passo dell’incremento degli alunni e potremmo continuare ancora.
Per il momento i sindacati si sono limitati a protestare e a ribadire che si potrà parlare di merito solo se si scioglierà il nodo del contratto e se verranno messe in campo ulteriori risorse. A meno di sorprese sarà dunque impossibile inserire nel prossimo CCNL disposizioni che possano aprire spazi per la valutazione dei docenti e delle scuole.
Al Ministro Giannini resta solo la via legislativa che però si presenta disseminata di rischi e pericoli. Forse la soluzione meno difficile potrebbe essere quella di una legge delega che assegni al Governo il compito di emanare uno o più decreti legislativi finalizzati a ridisegnare lo stato giuridico del personale della scuola.
Ma percorrere questa strada significa andare sui tempi medio-lunghi: la legge delega potrebbe essere pronta, nella migliore delle ipotesi, per settembre-ottobre e da quel momento scatterebbe i 9-12 mesi di tempo per l’emanazione dei decreti delegati. Si arriverebbe così all’autunno del 2015 con il risultato di rinviare l’applicazione di eventuali meccanismi “premiali” al 2016/2017.
Sempre ammesso che, a quell’epoca, il Governo Renzi esista ancora.
Per intanto, nell’immediato, il neo-ministro deve fare i conti con “problemini” assai meno strategici (ripristino degli scatti stipendiali e taglio del MOF) ma non per questo facilmente risolvibili. Dal modo con cui Giannini affronterà le prime emergenze capiremo quante e quali possibilità avrà il nuovo ministro di mettere in cantiere misure strutturali per rilanciare il sistema scolastico del nostro Paese.
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